
Come sono fatte le batterie a trazione pesante ad uso industriale? A spiegarcelo, è SAF ITALY, leader nella produzione e vendita di batterie.
L’accumulatore al piombo/acido di cui sono composte le batterie a trazione pesante è chiamato elemento: un recipiente in propilene nel quale in una soluzione di acido solforico ed acqua sono immerse le piastre positive e negative in pasta di piombo intervallate da diaframmi porosi. Le batterie possono essere di tante dimensioni a seconda di quante piastre contengono al loro interno (dalle 2 piastre o 3 no alle 12 piastre) e la loro altezza varia dai 25 ai 75 cm.
Le batterie a trazione pesante Saf sono composte dall’insieme di più elementi assemblati in un cassone metallico protetto all’interno da materiale isolante e resistente all’acido (il fertene). Le caratteristiche dimensionali riguardano conformazione e dimensioni del cassone di contenimento e, nella maggior parte dei casi, sono parte integrante della carrozzeria del carrello.
Possono essere formate da un numero variabile di elementi, in base alle caratteristiche della macchina che dovranno andare ad equipaggiare. Il peso è molto importante ai fini dell’equilibrio statico del carrello. Se fosse inferiore ad un dato valore, porterebbe all’ingovernabilità del carrello ed ad un possibile ribaltamento durante l’uso. Così un peso eccessivo, che comporterebbe la diminuzione dell’ autonomia delle batterie.
La tensione nominale è espressa in “volt” ed è la differenza di potenziale tra le piastre negative e positive immerse nell’elettrolito. Ogni elemento ha una tensione di 2 volt e quindi il voltaggio di una batteria è pari al doppio del numero di elementi che la compone (chi ha 12 elementi è una 24v, chi ne ha 36 è una 72v e così via).
La capacità delle batterie a trazione pesante è invece è espressa in “amperora” ed è la quantità di corrente che queste possono fornire all’utilizzatore prima che la tensione raggiunga il valore oltre il quale non si può andare.
Se caricate con un caricabatteria tradizionale, questa tipologia di batterie, seguono due fasi: in primo luogo l’acido esce dalle piastre e siccome è molto pesante e non vi è alcun movimento, cade e si concentra in basso all’elemento. In seguito avviene l’ebollizione e l’esalazione gassosa che ne deriva ha come effetto di far risalire ed omogeneizzare l’acido in tutta l’altezza. Questa fase è molto importante e bisogna saperla controllare poiché contribuisce al surriscaldamento e al consumo dell’elettrolito: ogni amperora di sovraccarica equivale a 0,34gr di acqua dispersa.