Trend produttivi, investimenti e debito bancario nell'analisi condotta da Aisem e Anima in collaborazione con Intralogistica Italia.

Le imprese che operano nel settore dei carrelli elevatori mostrano segnali positivi ed uno stato di salute ottimale rispetto agli anni della crisi.
E’ quanto emerge dai dati pubblicati sul Libro Bianco di Aisem ed Anima in collaborazione con Intralogistica Italia, secondo cui la capacità del settore di recuperare sulle marginalità è ben visibile in tutte le aziende che hanno superato le difficoltà del 2011 e 2012.

La tendenza al miglioramento in questo senso la si denota già nel 2014, anche se ancora in quegli anni il margine medio sulle vendite non registra particolari incrementi. Così come accaduto anche a tutti gli altri settori della meccanica, le micro-imprese che hanno registrato fatturati inferiori ai 3 milioni di euro sembrano risultare più svantaggiate rispetto alle altre in termini di marginalità. Probabilmente, la ragione è da rivedersi nel fatto che le piccole realtà non riescano facilmente a catturare quelle che sono le economie di scala. Sono le piccole aziende che nello spiraglio 2014/15 non sono riuscite a farsi largo e ad emergere di nuovo.

Ciò crea, indubbiamente una penalizzazione delle micro-imprese a vantaggio delle realtà più grandi che invece hanno registrato, negli anni, una maggiore redditività.

Se quindi il trend complessivo può essere definito positivo, allo stesso tempo leggendo gli indicatori del Libro Bianco, ci si rende facilmente conto di come esista un gruppo ristretto di aziende che si potrebbero definire “eccellenti” che riescono ad avere una marginalità superiore al 10% delle vendite.

Ma l’analisi del mercato proposta da Aisem e Anima in collaborazione con Intralogistica Italia tiene conto anche di tutte quelle imprese che nel tempo hanno solo mostrato valori negativi, che per il Libro Bianco rappresentano circa il 10% del campione esaminato.

In ottica produttività, misurando la capacità delle imprese di generare un adeguato ricavo, a fronte degli investimenti contabili effettuati, si registra che il rapporto fra valore della produzione e totale del capitale investito vede un dato medio in deciso recupero negli ultimi 3 anni.

Dai dati di bilancio si osserva anche una crescita importante degli investimenti. Le imprese che fatturano fra 10 e 100 milioni di euro  si distinguono per investimenti più importanti in nuovi impianti e macchinari, il che potrebbe far pensare che gli investimenti rappresentino una sorta di risposta al calo di redditività.

Ma non è tutto. Dal mercato dei carrelli industriali, altri segnali positivi arrivano dai dati sull’indebitamento e la liquidità delle imprese esaminate.
Nel 2015, l’incidenza del debito bancario sul fatturato è notevolmente scesa, fino a toccare tassi del 12,1%. Sembra che questo sia dovuto all’aumento del volume d’affari in primis e certamente in parte anche alla riduzione dell’esposizione delle banche.
La capacità di coprire con i margini operativi gli interessi passivi mostra anch’essa ottimi valori medi, a conferma della facoltà delle imprese di spesare interessi sul debito mediante la marginalità annuale.

Rielaborazione dati Libro Bianco di INTRALOGISTICA ITALIA/AISEM federata ANIMA