
Uno degli aspetti più interessanti di Fieragricola 2018 è la capacità di proporre temi molto vicini al territorio e alla quotidianità lavorativa degli imprenditori, dandogli però un respiro internazionale, alla ricerca di soluzioni nuove e mercati ricettivi.
È il caso ad esempio del convegno La filiera del luppolo: il caso italiano, svoltosi nel primo giorno di fiera e organizzato da Sol&Agrifood.
Il convegno, partendo dal presupposto che la birra artigianale rappresenta una delle molte tipicità del nostro Paese (e dunque una risorsa) ha posto l’attenzione sull’origine del luppolo, ingrediente base per la produzione della bevanda. Ad oggi le birre artigianali italiane sono realizzate con luppolo di importazione, è possibile arrivare ad una filiera 100% italiana, cioè che preveda l’utilizzo di luppolo coltivato nel nostro Paese?
La risposta emersa dal convegno sembra essere affermativa, e i lavori sono già iniziati.
Durante il convegno si è parlato della selezione di varietà di luppolo adatte ad essere coltivate nel nostro Paese. Sono intervenuti a riguardo l’Agronomo Giuseppe Olivero, I.I.S.S.Umberto I° Alba (CN), che ha portato la sua esperienza di coltivazione dei luppoleti e ha parlato delle problematiche emerse, e Tommaso Ganino, Università di Parma, che si è occupato di un lavoro mirato alla selezione del luppolo italiano.
Ma c’è anche chi è già riuscito a produrre la prima birra “nazionale”, è Teo Musso, del Birrificio Baladin, che ha portato la sua esperienza di produttore della prima birra da luppolo italiano. Interessante anche la testimonianza di Eugenio Pellicciari, Italian Hops Company, che sta invece progettando un’azienda agricola di produzione di luppolo in Italia.
La sfida è sempre quella della qualità, quindi uno dei primi sforzi nella creazione di questa nuova filiera sarà senz’altro rivolto alla selezione di luppoli autoctoni. In questo senso è importante l’intervento delle Istituzioni, per incentivare la novità e supportare coloro che si impegnano in questo nuovo settore che potrà rappresentare, oltre che una novità interessante, un’utile alternativa a coltivazioni intensive a cui sono sottoposte alcune aree del nostro territorio.
A riguardo è intervenuta Katya Carbone, CREA Centro di ricerca Olivicoltura, che ha presentato invece il progetto, finanziato dal MIPAAF, per la ricerca sperimentale sul luppolo in Italia.
In attesa di nuovi risvolti in questo promettente settore, Masi Communication ha scelto la qualità dell’artigianalità italiana che, in questo caso, sta anche nella selezione dei migliori ingredienti di importazione. La birra Masina è infatti prodotta da un birrificio artigianale del nostro territorio, il Birrificio Bradipongo, che si distingue per la qualità indiscutibile del suo prodotto.