
Un lungo comunicato dell‘Ispettorato Nazionale del Lavoro, definisce le priorità di intervento per l’anno 2018, in termini di vigilanza, diffondendo anche i dati relativi alle ispezioni sui luoghi di lavoro effettuate nell’anno precedente.
Ciò che ne emerge è un quadro tutt’altro che rassicurante soprattutto in materia di salute e sicurezza, che coinvolge oltre 22mila aziende, alle quali sono state contestate 36.263 violazioni prevenzionistiche, di cui 28.364 penali e 7.899 amministrative. Un tasso di irregolarità delle aziende ispezionate pari al 77,09% con 17.580 imprese irregolari, a fronte di 22.805 accertamenti.
I dati relativi al 2016, fotografavano 80.316 casi di illeciti contestati in materia di lavoro e legislazione sociale o di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro su un totale di 191.614, con un tasso di irregolarità complessivo del 63%. Mentre nel 2017 l’Ispettorato segnala 180mila controlli svolti, con un tasso di irregolarità al 65%.
Il documento di programmazione dell’attività prende le mosse dall’aumento dei fenomeni di violazione della legge, tra cui la somministrazione illecita di manodopera e l’urgenza di dedicare particolare riguardo ad alcuni settori come quello della logistica. Un forte impegno, per il 2018, sarà impresso anche nel tentativo di fronteggiare fenomeni dilaganti quali lo sfruttamento della manodopera ed il caporalato.
Intanto, l’attività di vigilanza svolta nell’arco del 2017 ha consentito il pieno raggiungimento dell’obiettivo stabilito dalla Convenzione per il triennio 2017/2019 sottoscritta con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, registrando oltre 180mila controlli.
Dagli accertamenti conclusi entro il 2017, le aziende irregolari risultano oltre 103mila: circa 1/3 delle imprese ispezionate, presentano almeno una situazione di irregolarità, facendo salire il tasso al 65%. Inoltre, rispetto al 2016, anche il numero di lavoratori irregolari sarebbe incrementato di una percentuale pari al 36%.
Infine, la vigilanza dell’Ispettorato nazionale avrebbe individuato, nelle verifiche finalizzate al contrasto del lavoro sommerso, 48.073 lavoratori in nero, pari ad un lavoratore non contrattualizzato ogni due aziende che risulterebbero irregolari. L’ammontare dei premi evasi e dei contributi recuperati è 1.100.099.932,00 euro. Un risultato in linea con il 2016.