
La quarta rivoluzione industriale, l’ormai nota Industria 4.0, è destinata a guidare i cambiamenti nei processi produttivi, l’ingegneria e il panorama competitivo globale, attraverso lo sviluppo delle reti digitali. Ciò propone una nuova sfida a tutti gli attori chiamati in causa, che hanno come unico obiettivo rendere cruciale l’affidabilità della propria azienda limitandone le perdite e ottimizzando il lavoro.
Poiché la produzione è diventata più automatizzata e la concorrenza è cresciuta, la Total Productive Maintenance è stata sempre più adottata nelle operazioni di produzione dei paesi sviluppati e in via di sviluppo come miglior metodologia per migliorare precisione e ridurre i costi.
Le aziende che hanno implementato il TPM nelle operazioni globali, sono sempre state focalizzate sull’ottenimento di un vantaggio competitivo sostenibile.
Ma oggi, cosa bisogna fare per assicurarci che l’investimento in TPM vada a buon fine? Come ci si può garantire di raccogliere i benefici aziendali che ci si è promessi? La prima risposta è: il tempo. Ci vuole del tempo prima che i benefici della performance inizino ad accumularsi. Per cui prima un’azienda inizierà le sue attività-pilota, prima potrà notare un margine di miglioramento.
Nel viaggio verso l’ottimizzazione, è fondamentale ottenere un impegno reale dall’alto. Il team del Senior Management deve comprendere prima di tutto le ragioni per cui l’azienda si sta imbarcando in questo viaggio. E tutte le intenzioni del team devono essere comunicate all’intera forza lavoro. Se ciò non avviene, persino i migliori sforzi si dimostrano difficili da sostenere e, nel peggiore dei casi, il programma si esaurisce.
È fondamentale integrare le attività del TPM nella politica e nella strategia aziendale. Le aziende che utilizzano seriamente il TPM per migliorare continuamente le proprie prestazioni aziendali, lo integrano nei loro piani di distribuzione delle policy esistenti. Lo considerano un approccio valido per supportare il raggiungimento di obiettivi di performance giornalieri dipendenti dai clienti e per gli obiettivi derivati dalle politiche annuali.
Trattare il TPM come una serie di attività aggiuntive ai propri obiettivi a breve o lungo termine, li condanna a non essere successivamente efficienti. A non “fare” abbastanza.
Probabilmente qualche azienda ha già sperimentato questo scenario con tutte le sue conseguenze. Si dedica molta attenzione, tempo e impegno alla formazione dei propri collaboratori, la qualità migliora e i tempi di inattività non pianificati si riducono. Poi un venerdì non si rispetta il piano e quello che scopriamo è che se ciò accade regolarmente, i benefici del programma TPM vengono dimenticati e l’output di produzione a tutti i costi è la priorità. Le attività del TPM cessano nel tempo, il morale si abbassa e le persone diventano resistenti alle nuove iniziative.
Ecco perché il TPM andrebbe integrato, per evitare che le “rotture” di esso si ripresentino nel tempo. Gli strumenti devono diventare parte del lavoro quotidiano, non qualcosa di programmato per la fine della settimana. Questo vale sia per l’officina che per la sala riunioni.
E allora, in sintesi, cosa dovremmo imparare?
- Ad utilizzare TPM per migliorare l’affidabilità di produzione e ridurre i costi
- Come utilizzare TPM per il vantaggio competitivo
- In quale maniera l’industria 4.0 dipenderà da apparecchiature affidabili e da come questo può essere gestito con il TPM
- In che modo Industry 4.0 cambierà il modo in cui viene implementato TPM
- Come coinvolgere la forza lavoro nella fabbrica digitale
Soddisfatti i 5 punti, il bilancio dell’azienda in termini di produttività e ottimizzazione grazie all’implementazione e integrazione del TPM, sarà sicuramente migliorato rispetto al proseguimento verso un unico indirizzo.