
L’economia italiana sta registrando una fase di ripresa e crescita economica che va sostenuta ed irrobustita al fine di recuperare il gap competitivo rispetto alle principali economie emergenti. La fase economica che stiamo vivendo necessita di ulteriori investimenti, pubblici e privati, orientati soprattutto all’innovazione, al potenziamento delle infrastrutture ed al superamento dei divari esistenti tra le diverse realtà territoriali, soprattutto del Mezzogiorno.
Ed è in quest’ottica che si inserisce il Patto della Fabbrica, firmato da Confindustria e sindacati al fine di definire un nuovo modello di relazioni industriali più efficace e partecipativo, che possa favorire la trasformazione imposta da Industria 4.0, rimettendo al centro della competitività, il lavoro.
Il Patto della Fabbrica sottoscritto dal Presidente di Confidustria Boccia e dai tre segretari dei sindacati confederali CGIL, CISL e UIL, è un accordo sulla contrattazione collettiva mirato a incrementare la forza competitiva delle imprese nel quadro di una crescita sostenibile, a favorire l’avanzata di un mercato più dinamico ma anche più equilibrato e infine a rafforzare il rapporto fra produttività del lavoro e accordi retributivi.
Un accordo che rappresenta un punto d’arrivo di un lungo confronto nasce da una volontà condivisa tra le parti: quella cioè di incrementare i livelli occupazionali, in particolar modo quelli giovanili, favorendo il ricorso alla contrattazione di secondo livello per incentivare la partecipazione organizzativa.
Nell’implementare i principi contenuti nel documento, Confindustria e sindacati sono convinti che avere relazioni industriali autorevoli, qualificate e flessibili rappresenti un fattore di sviluppo importante in grado di incidere su un sistema economico-produttivo che potrebbe vincere le sfide poste dai mercati sempre più globalizzati e dalle tecnologie.
A questo servirà il Patto della Fabbrica. A definire le linee guida per una riforma che guardi ai contenuti e alle modalità in cui si evolvono le relazioni industriali e gli assetti della contrattazione collettiva, unendo a questo impegno anche il porsi da definitori dei principi di indirizzo su questioni di comune interesse, per porre in atto intese concrete.
È, oggi più che mai, fondamentale tradurre la ripresa economica in crescita economica, ma sarà ancor più importante consolidare le condizioni per uno sviluppo del sistema economico e sociale del Paese.