
In concomitanza con MECSPE 2018 (Fiere di Parma, 22-24 marzo), la Fiera ha presentato un Osservatorio realizzato da Senaf relativo alle PMI italiane della meccanica. I dati sono stati presentati all’interno dell’iniziativa “LABORATORI MECSPE FABBRICA DIGITALE, La via italiana per l’industria 4.0” dedicata al tema dell’Uomo al centro della fabbrica digitale.
Dai dati emerge il consolidamento della ripresa nelle PMI italiane della meccanica: fatturati in crescita per oltre la metà delle imprese (61,4%) e situazione occupazionale positiva. 1 azienda su 2 è protagonista della trasformazione digitale e il 37% è in linea con il processo di Industria 4.0.
Cosa molto interessante, dal dossier emerge anche la percezione che le aziende hanno del mercato, non solamente dati di fatturato o scambi commerciali che, per quanto questi ultimi siano importanti, è essenziale anche capire la percezione che hanno le aziende in merito all’andamento del mercato, da tale percezione dipendono infatti molte scelte strategiche.
Secondo questo Osservatorio il 63,1% delle imprese si aspetta una crescita del fatturato nel 2018, il 31,6% stabilità, mentre solo il 5,4% prospetta un calo. Il 41,8% delle Imprese dichiara che gli strumenti di impresa 4.0 per il triennio 2018-2020 possono fare la differenza. Un’altra percezione di priorità in crescita è quella della formazione in azienda, il 63,1% delle imprese intervistate ha dedicato più di 10 ore per dipendente alla formazione interna.
Sono dati che raccontano una ritrovata fiducia nel futuro, una fiducia che fa notizia perchè l’industria oggi sta vivendo un profondo cambiamento, con l’avvento della digitalizzazione, l’automazione, il 4.0, un cambiamento che evidentemente è vissuto come positivo, del quale si sentiva la necessità.
“La consapevolezza che innovazione e formazione possano rappresentare il volano per la propria azienda è oramai matura nelle imprese italiane che operano nel comparto della meccanica – commenta Maruska Sabato, Project Manager di MECSPE – Le aziende hanno accettato la sfida della digitalizzazione e stanno mettendo in campo risorse e strumenti per essere protagonisti della Fabbrica Digitale 4.0, un modello che mira sempre di più verso l’efficienza dei processi, il miglioramento della performance e la valorizzazione dell’uomo, che deve continuare a rimanere il protagonista di ogni processo”.

Una positività che non è solo nelle percezioni, ma è anche supportata dalla pratica.
Secondo l’Osservatorio MECSPE, per le pmi della meccanica il 2017 si è chiuso con fatturati in crescita per oltre la metà delle imprese (61,4%) e una situazione occupazionale positiva: se nel 43,8% dei casi il numero di addetti non è variato, ben il 50% delle imprese intervistate ha assunto nuovo personale e il 48,4% dichiara che il numero dei dipendenti in azienda aumenterà anche nel corso del 2018.
Un contesto che soddisfa gli imprenditori, con quasi sette su dieci (69,4%) ampiamente appagati dall’andamento attuale della propria azienda, un grado di soddisfazione superiore di circa 10 punti percentuali rispetto a quello registrato dall’Osservatorio MECSPE dello scorso anno (59,9%).
Si respira una consapevolezza positiva, anche tirando le somme sul proprio percorso verso l’innovazione e la valutazione della propria posizione aziendale in rapporto al processo di Industria 4.0: più di un terzo degli intervistati (36,9%) si sente in linea con le competenze richieste, mentre il 17,2% ritiene di stare precedendo le azioni dei competitor.
Capitolo particolarmente importante è quello relativo alla trasformazione digitale in corso nelle aziende: il 49,7% del campione analizzato ritiene che negli ultimi anni la propria azienda abbia avuto un’evoluzione digitale e il 51,4% ritiene di avere un livello di conoscenza alto o sufficiente rispetto alle opportunità tecnologiche digitali presenti sul mercato. La medesima percentuale delle imprese (51,4%) percepisce la propria azienda come annoverabile tra quelle innovative.
A più di un anno di distanza dalla presentazione del Piano Nazionale Industria 4.0 ben il 67,1% degli imprenditori giudica positivamente o discretamente gli effetti sul settore, seppur esprimendo la necessità di un piano pluriennale e di una minore attenzione rivolta alle grandi imprese. In particolare, tra le iniziative previste, si attribuisce grande rilevanza all’iper-ammortamento di macchinari funzionali alla digitalizzazione (71,5%), al credito d’imposta per attività di ricerca e sviluppo (67,8%), al miglioramento delle infrastrutture digitali abilitanti (63%) e al potenziamento del fondo di garanzia per le PMI (52,8%).
L’Osservatorio ha anche indagato gli aspetti che gli imprenditori considerano invece più critici: i tempi giudiziari in caso di controversia, considerati troppo lunghi (31,7%), la burocrazia (26,7%) e gli aspetti fiscali (16,3%); la carenza di formazione tecnico professionale (11,2%), la forte concorrenza nel mercato che impatta sul prezzo di vendita (10,6%).
Le tecnologie 4.0 che hanno fatto ingresso in azienda sono per la maggior parte soluzioni per la sicurezza informatica (59,9%) e la connettività (53,1%), seguono sistemi di simulazione (29,3%), l’Internet of Things (28,6%), il cloud computing (24,5%) e la produzione additiva (19%).
Le Aziende sanno che per affrontare questa Quarta Rivoluzione Industriale necessitano di nuove professionalità e si rivolgono alle Università (37,1%), Agenzie di ricerca del personale (36,4%), istituti tecnici (il 35,8%) e società di consulenza (23,8%).
Per quanto riguarda gli investimenti in Ricerca & Innovazione per il 2018, il 22,5% delle imprese intervistate dichiara che destinerà a questa voce nel corso dell’anno dal 10% al 20% del proprio fatturato e l’11% del campione esaminato dedicherà una percentuale superiore al 20%.
Per accelerare il processo di avvicinamento all’innovazione della propria azienda, il 50,6% delle imprese punta su consulenze mirate, il 40,3% utilizza il metodo della comparazione con le aziende analoghe e il 34,1% punta sul trasferimento di conoscenza. Il processo di digitalizzazione è, secondo il 79,7% degli imprenditori del comparto della meccanica, un percorso che deve coinvolgere l’azienda nella sua totalità o perlomeno una sua buona parte.
La digitalizzazione generale raggiunta in azienda è alta, soprattutto quando si parla della relazione con il cliente e dei canali di vendita e marketing (62,4%), di progettazione e sviluppo del prodotto (51,5%) e di relazione con il fornitore di macchine (49,1%). Tra gli effetti maggiormente attesi, il 60% prevede fino al 15% di aumento dei ricavi, mentre il 69,7% prospetta lo stesso risultato per quanto riguarda la riduzione dei costi.
Al momento, i principali fattori di rallentamento della digitalizzazione sono rappresentati da un rapporto incerto tra investimenti e benefici (per il 48,4% delle aziende), dalla mancanza di competenze interne (36,8%), dall’arretratezza delle imprese con cui si collabora (31%), nonché dagli investimenti richiesti troppo alti (29,7%). Non c’è invece dubbio su quale sia la figura driver preposta a stimolare/guidare il processo di innovazione digitale in azienda: il 55,2% indica l’imprenditore. A seguire, il Direttore IT/Responsabile di Sistemi Informativi (10,9%), il Direttore tecnico (7,3%) e il Direttore Ricerca & Sviluppo (6,1%).
FOCUS SUL COMPARTO DELLA MECCANICA
L’andamento aziendale attuale risulta complessivamente soddisfacente per le imprese del comparto della meccanica con il 69,4% degli imprenditori che parla di performance aziendale molto positiva, il 27,2% che si dice mediamente appagato e solo il 3,4% contrariato.
Nel 2017 rispetto al 2016, infatti, i fatturati sono stati in crescita per il 61,4% delle aziende, mentre il 28,7% dichiara stabilità e il 9,9% un calo.
Sul fronte occupazione, il numero di addetti è aumentato per il 50% delle imprese, mentre si è mantenuto complessivamente stabile per il 43,8%; solo un 6,3% ha dovuto ridurre il personale.
Il portfolio ordini è giudicato “adeguato” ai propri livelli di sostenibilità finanziaria dal 77,3% delle imprese, contro un 22,7% per cui è insufficiente.
L’export rimane fattore di traino per le pmi italiane con quasi 8 su 10 (78,6%) che dichiarano di esportare i propri prodotti e servizi, con un’incidenza variabile. Il 36,9% dichiara di realizzare all’estero meno del 10% del proprio fatturato, il 12,1% “dall’11% al 25%”, il 10,2% “dal 26% al 45%”, l’11,2% “dal 46% al 70%” e l’8,3% “oltre il 70%”.
Chi esporta punta prevalentemente verso gli Stati dell’Europa Centro-Occidentale (77,5%), seguiti da quelli dell’Europa dell’Est (31,8%) e dell’Asia (23,2%). Il 21,9% esporta in Nord America, mentre il Medio Oriente con il 18,5%, la Russia con il 15,2% e il Sud America con l’11,9% rappresentano gli altri principali mercati di sbocco.
Nei prossimi 3 anni, solo il 4,1% si aspetta una contrazione del mercato contro un 61,4% apertamente convinto del suo sviluppo.
[L’indagine si è svolta nei mesi di gennaio-febbraio 2018, è stata condotta da GRS Research & Strategy su un campione di 253 aziende del settore della meccanica utilizzando il metodo CAWI (Computer Assisted Web Interviewing).]