L'Osservatorio indipendente di Bologna denuncia un numero crescente di morti bianche relative al primo trimestre 2018

Tre mesi neri per la sicurezza sul lavoro in Italia.

151 morti bianche, un numero pubblicato dall’Osservatorio indipendente di Bologna che non promette nulla di buono. Soprattutto se i dati del 2017 avevano fatto ben sperare sull’ipotesi di un circolo virtuoso delle aziende, sempre più impegnate a salvaguardare salute e sicurezza dei propri dipendenti.
Confrontando i dati relativi all’anno precedente infatti, non solo si scopre come rispetto al 2017, il trend sia negativo, ma lo sia anche il raffronto fra gli stessi trimestri. Un incremento che va dalle 113 morti bianche dello stesso periodo alle 151 che si contano nei primi tre mesi del 2018.
Secondo gli indicatori Inail, le vittime del 2017 erano state 632, con una media di quasi due morti al giorno sul lavoro, una percentuale destinata a incrementarsi se si considerano i dati di gennaio, febbraio e marzo di quest’anno.

L’ultimo report relativo al 2017 ci informa che il 20% delle vittime sono agricoltori, che perdono la vita per schiacciamento sotto i propri trattori, anche se la percentuale maggiore riguarda gli edili, la cui stragrande maggioranza perde la vita per cadute dall’alto, in primis tetti ed impalcature.

Al Veneto spetta la maglia nera, la regione in cima alle statistiche con 20 morti sul lavoro, seguita da Lombardia (17), Piemonte (12), Campania e Toscana (10).
Meno sicure le province di Milano – otto decessi da inizio anno –, Treviso e Verona con sette morti bianche nel primo trimestre 2018.
In aumento, secondo i dati, anche le morti multiple. Il 20 marzo 2 vigili del fuoco hanno perso la vita a Catania, mentre il 28 marzo due lavoratori sono rimasti vittime di una esplosione all’interno del porto di Livorno.
Secondo le statistiche, i decessi di stranieri ricoprirebbero oltre il 10% del totale ed il 25% dei lavoratori avrebbe avuto più di 60 anni al momento dell’incidente fatale.

In relazione agli infortuni sul lavoro, l’Inail aveva già segnalato un trend negativo nel 2017 con un incremento dell’1,3%. Un dato che se confermato anche quest’anno mostrerebbe una realtà tutt’altro che rosea. Tra gennaio e luglio del 2017 le denunce erano state 380 mila, circa 5000 in più rispetto al 2016.
C’è da augurarsi una contrazione del fenomeno e una sterzata per la media nazionale del 2018, in linea con le buone pratiche legate alla sicurezza sul lavoro che tante aziende, oggi più che mai, stanno implementando.
Si tratta di statistiche e numeri estremamente faticosi da accettare. Soprattutto perché dietro ognuna di queste morti bianche c’è una storia e un’identità strappata alla vita magari a causa di una banale disattenzione.