L’era della logistica 4.0 segna un passaggio fondamentale per l’industria, la cui rivoluzione sarà probabilmente determinata anche dall’impiego dei droni.
Utilizzati per scopi bellici, nel monitoraggio della pesca illegale, nel cinema e nello spettacolo, utili per architettura, agricoltura e soccorsi, i droni rappresentano quella che sarà la chiave di volta per la logistica anche se la loro vastità d’impiego lascia sul tavolo innumerevoli interrogativi legati soprattutto alla sicurezza.
In Italia, come già negli Stati Uniti – ad un passo dal concedere il via libera alle consegne via drone -, in Australia e Inghilterra dove le sperimentazioni sono già state avviate, si assiste ad un interesse crescente verso questa tipologia di consegne da parte dei player. A patto che però il cambiamento venga accompagnato da norme ad hoc. Basta pensare alla stessa natura dei droni, cioè di device in connessione e alla derivante esposizione al rischio di utilizzo illegale dei dati, per comprendere quali problematiche potrebbe scatenare la loro implementazione. Pur essendo strumenti in grado di facilitare innumerevoli processi, la possibilità che vengano hackerati ed  utilizzati con finalità illegali o abbiano accesso ad aree protette e vietate, è tangibile.

Ma è chiaro che quando si entra nel campo dell’automazione della supply chain e dell’ottimizzazione dell’ultimo miglio non si può prescindere dalla valida alternativa offerta dagli aeromobili a pilotaggio remoto. Vero è che se l’Italia ha intenzione di implementare questo genere di innovazioni sia per rispondere alle sfide di Industria 4.0 che per risolvere gli sprechi della logistica, lo è altrettanto che è necessario un quadro normativo esaustivo. In seguito all’impennata del commercio elettronico e alla crescita della logistica del capriccio, il sistema deve trovare la via per ottimizzare la distribuzione fisica aumentando la velocità e limitando i costi. In un panorama che vede i grossi centri urbani invasi da furgoni, zone isolate o difficilmente raggiungibili in alcuni periodi dell’anno e lunghi percorsi tra lockers e hub logistico, la possibilità di utilizzare i droni appare una validissima prerogativa. Una tecnologia oggi più che mai indispensabile, per il processo di automazione dei magazzini, in grado di massimizzarne i processi. L’intera catena logistica potrebbe ricevere un contributo importante: dalla gestione dell’ultimo miglio a quella dei magazzini, fino alla distribuzione nei centri urbani.
Ciò che probabilmente ancora manca e su cui bisognerà lavorare, è uno sforzo in grado di offrire una regolamentazione in tal senso, a completo vantaggio delle parti – ambiente e persone in primis – che vogliono utilizzare i nuovi modelli di business.

Intanto, in tema di sicurezza, di recente è sbarcato in Italia l’autovelox dei droni, un sistema di tracciamento molto sofisticato che consente di individuare la posizione dei devices in volo, con altissima precisione e di conoscerne le informazioni, per valutarne la potenziale pericolosità.
Un sistema, realizzato dal maggiore produttore mondiale di droni per uso professionale e amatoriale, dotato di antenne sensibili e sofisticate che intercettano il canale di collegamento tra drone e radio-comando ed il segnale di telemetria video che il drone trasmette a terra.
Un superamento tecnologico del già noto radar dei droni, affidabile ma che non di rado fornisce falsi positivi.