
Fatalità, destino, disattenzione, poca sicurezza… non sta a noi indagare le cause, possiamo però, ed è nostro dovere farlo, contribuire a divulgare la cultura della sicurezza come stile di vita.
Il bollettino del mese di giugno conta sia vittime che feriti, legati al carrello elevatore. Complice la facile diffusione delle notizie in rete, la stampa ci ha parlato, il 6 giugno, di un lavoratore marocchino di 35 anni schiacciato da un muletto e ricoverato in gravi condizioni all’ospedale di Cesena. L’operaio stava lavorando in un’azienda di commercio di ortofrutta, a Gambettola (Cesena). Nel momento dell’incidente sono intervenuti i soccorritori del 118, l’ambulanza, l’auto medicalizzata e una squadra dei vigili del fuoco per liberare il ferito incastrato sotto il mezzo, liberato però dai colleghi.
Epilogo fatale invece, negli stessi giorni, a Busalla (Genova), per un 22enne morto travolto da un muletto. Il ragazzo, operaio per l’azienda, era in regola: aveva il valido patentino per la conduzione di carrelli industriali, aveva frequentato e superato tutti i corsi di formazione sulla sicurezza organizzati dall’azienda. L’azienda in cui è avvenuta la tragedia ha anche fatto sapere che i carrelli elevatori sono sottoposti a manutenzione trimestrale, come previsto dalla normativa in materia, il carrello condotto dal giovane operaio aveva superato positivamente i controlli lo scorso 4 aprile.
A fine giugno, nel Giura bernese, ha perso la vita, a causa del rovesciamento del carrello elevatore di cui era alla guida, un 46enne, altra vittima di incidente di lavoro. Il rovesciamento del mezzo ha sbalzato fuori con violenza il guidatore che ha riportato ferite gravissime.
Altro fatto di cronaca che vede sempre il triste binomio carrello elevatore – vittime, arriva dalla Cina. A fine giugno un carrello elevatore ha investito la folla causando almeno un morto e 10 feriti. Secondo il racconto dei fatti riportato dalla stampa, la polizia ha dovuto aprire il fuoco sull’autista del mezzo dopo i tentativi falliti di fermarlo.