Quella del raccoglitore incaricato è una figura chiave del processo di riciclo di cui si occupa il Consorzio Internazionale Batterie. Scopriamo meglio come opera e perché rappresenta un tassello fondamentale

Un lavoro delicato, parzialmente messo in ombra dalla finalità della filiera, ovvero il riciclo integrale di accumulatori al piombo.
È quello che svolgono i raccoglitori incaricati, protagonisti della filiera del riciclo di Consibat, aziende che rappresentano il primo step dell’intero processo, a cui è demandato il compito di recuperare le batterie esauste e di conferirle presso gli impianti di recupero.
Queste aziende autorizzate si recano, per conto del Consorzio, presso i soggetti che abbiano necessità di smaltimento, prelevano le batterie e le ricoverano presso il proprio impianto di stoccaggio.

Abbiamo cercato di capire meglio come si svolge l’attività di raccolta.

Come avviene il ritiro delle batterie esauste e dove vengono depositate una volta prelevate?

Per essere un raccoglitore Consibat è necessario essere in possesso dei seguenti requisiti: iscrizione all’Albo Nazionale Gestori Ambientali, iscrizione presso l’Albo Nazionale degli Autotrasportatori e autorizzazione allo stoccaggio dei rifiuti. È necessario che i mezzi adibiti alla raccolta presso i produttori del rifiuto (officine, ricambisti, ecc..) siano in ADR, così come deve essere in possesso di un patentino ADR anche l’autista del mezzo.
Il ritiro segue una procedura consolidata. Il raccoglitore incaricato gestisce una rete di produttori del rifiuto che lo contattano quando hanno necessità di smaltire; provvede in questo modo a prelevare il cassonetto di batterie e a trasportarlo verso il suo punto di stoccaggio autorizzato. Successivamente sottopone i cassonetti contenenti il rifiuto di batterie esauste ad un’attenta analisi, verificando che non vi siano all’interno materiali non conformi (batterie nichel-cadmio/litio).
In particolare, per quanto riguarda le batterie al litio, queste possono rappresentare un serio problema per la sicurezza in quanto il trattamento comune di batterie al piombo e al litio può provocare incendi.
Quando il raccoglitore ha stoccato una quantità sufficiente di batterie esauste per effettuare un carico completo, conferisce all’impianto di recupero attraverso intermediazione Consibat.

In questa fase intervengono anche importanti fattori legati all’aspetto della sicurezza ambientale. Le aree autorizzate in cui vengono stoccate le batterie sono dotate di pozzetti di recupero o particolari inclinazioni che consentano la raccolta degli acidi?

L’area dedicata allo stoccaggio dei cassonetti contenenti le batterie esauste, prevede una serie di misure di sicurezza volte ad evitare versamenti di acido solforico incontrollati. Lo strato di cemento sul quale vengono riposti i cassonetti è impermeabilizzato grazie alla presenza di una guaina sottostante e l’area viene dotata inoltre di particolari inclinazioni che fluiscono verso pozzetti di recupero per la raccolta degli acidi. Alcuni raccoglitori invece optano per la predisposizione di una “buca”, avente le pareti rivestite di acciaio inossidabile, dove riversano il contenuto dei cassonetti durante lo stoccaggio, prima di organizzare il trasporto verso l’impianto di smaltimento.

Quali sono le tempistiche di raccolta?

Generalmente le richieste di ritiro vengono evase entro 5 giorni dalla chiamata del produttore del rifiuto.

Prima che l’esausto venga accettato dagli impianti di recupero, se ne verifica la conformità a campione. In cosa consistono invece le ispezioni compiute da parte dell’impianto di recupero?

Oltre ai controlli sulla conformità dei materiali consegnati, vengono fatti controlli a campione per verificare la densità dell’acido. Questa deve essere compresa tra 1,08 kg/l – 1,19 kg/l, per non incorrere nella penalizzazione del carico.

Cosa lega il Consorzio ai raccoglitori incaricati?

Contratti di acquisto/vendita per le batterie esauste vengono stipulati annualmente tra il Consorzio Consibat e i raccoglitori incaricati e tra Consibat e l’impianto di smaltimento per garantire continuità del servizio di raccolta ai produttori del rifiuto.

L’attuale sistema di gestione prevede che i raccoglitori incaricati abbiano tutte le certificazioni a norma di legge. A Consibat non spetta alcun compito di vigilanza sull’attività dei raccoglitori né degli impianti di recupero. Ci si affida al lavoro delle ASL per questo. È corretto?

Anche se Consibat effettua collaborazioni solo con soggetti aventi le certificazioni a norma di legge, che operano nel rispetto della disciplina ambientale, il controllo formale spetta alle Asl e ad altri organi per la protezione ambientale, come l’Arpa.

Il modello italiano è riconosciuto come virtuoso e l’Italia sembra aver fatto un passo avanti rispetto allo smaltimento e riciclo di questa categoria di rifiuti. Ma i tassi di raccolta, possono ancora migliorare?

Il tasso di raccolta è variabile in base all’andamento dell’immesso nel mercato di nuove batterie e accumulatori. Può migliorare sì, auspicando ad un aumento dei controlli degli organi preposti nel caso questo dovesse succedere.