
A rendere ancora più speciale l’evento di celebrazione del cinquantesimo anniversario di attività di Ungari Group, ha contribuito sicuramente lo spessore degli interventi che si sono susseguito dopo Marco Ungari, Amministratore Ungari Group.
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Significativi gli interventi di Toyota che, con Leonardo Salcerini, Amministratore Delegato Toyota Material Handling Italia, Davide Santi, After Sales Director Toyota Material Handling Italia e Davide Lecchi, Sales Development Manager Training Center, hanno fatto un interessante quadro del mercato in cui Ungari Group si inserisce, dando anche una visione dei valori e dei principi che muovono l’azienda.
Stefano Bianconi, General Manager Columbus Logistics, ha parlato invece in qualità di cliente di Ungari Group, descrivendo come Ungari riesce a trasmettere questi valori al mercato.
Con Marco Brindesi, Direttore Commerciale Ubiquicom, partner tecnologico di Toyota, è stato possibile invece vedere la trasposizione pratica di questi valori, come si traduce nell’operatività quotidiana una particolare visione imprenditoriale, volta alla centralità della persona, alla sicurezza e al miglioramento continuo.
Il rapporto con Toyota, avviato tra il 2005 e il 2006, è oggi per Ungari Group un caposaldo: “Il supporto di Toyota – ha spiegato Marco Ungari – è continuo e costante, non solo dal punto di vista operativo ma anche organizzativo. L’incontro con la Toyota Accademy mi ha dato modo di approfondire un metodo, il Toyota Way, uscire dalla crisi e mettere ordine in un’azienda che era cresciuta tanto ma in maniera un po’ disordinata”.
Per Leonardo Salcerini, Amministratore Delegato Toyota Material Handling Italia, una delle chiavi del successo di Ungari Group sta nella capacità di aver saputo perseguire l’innovazione e il cambiamento, investendo in ricerca e sviluppo, e di essere riuscito a dare vita a partnership che hanno trasformato i competitor in partner. Per fare ciò è necessario però avere una visione del mercato, una capacità di lettura dei cambiamenti. Nel suo discorso ha spiegato come il mercato oggi sia diverso da appena pochi decenni fa, ha evidenziato come il comparto produttivo abbia già colto il cambiamento e ha fatto presente quanto questo cambiamento sia sempre più necessario anche nella logistica.

Salcerini ha dato una chiara rappresentazione del mercato attuale italiano e delle dinamiche che ogni imprenditore non può non prendere in considerazione: una popolazione che invecchia sempre di più, una nuova generazione cresciuta nell’epoca digitale con una mentalità d’acquisto completamente diversa dalle precedenti che avrà sempre più potere d’acquisto, una fetta di popolazione straniera in crescita.
“Oggi il 40% della popolazione mondiale – ha spiegato Salcerini – è composto da persone entro i 35 anni, cresciute nell’era digitale. In Italia questa percentuale di abbassa al 26%. Bisogna tener presente che i giovani entro i 35 anni hanno idee diverse in merito all’acquisto e alle modalità di acquisto rispetto al resto della popolazione, loro determinano un terzo della spesa mondiale e questo è un dato destinato ad aumentare. Questa fetta di popolazione effettua il 16% dei suoi acquisiti tramite dispositivi mobili e sono cambiate le loro priorità di acquisto, si riduce infatti la spesa per beni che un tempo erano considerati importanti: arredamento, elettrodomestici, automobile. Il prezzo inoltre è molto più determinante di un tempo per la decisione di acquisto, le recensioni e i commenti sono determinanti. È interessante anche il fatto che le nuove generazioni non decidono in base ad ideologie, sono pragmatiche, ascoltano le idee, le soluzioni… ma ciò che più interessa è che per le nuove generazioni è sempre meno importante il possesso di un bene e più rilevante l’accessibilità ad esso, poterne disporre quando serve. Capire le tendenze delle nuove generazioni è sostanziale per decidere dove investire. Si tratta di anticipare le tendenze, le visioni.
L’Italia è un paese in cui la presenza di giovani è inferiore rispetto al resto del mondo (in Italia gli under 35 sono il 26%, nel mondo il 40%) quindi queste tendenze sono attenuate, però è chiaro che non possiamo non tenerne conto.
Il comparto produttivo ha già attuato tanti cambiamenti al fine di diminuirne i costi: automazione, esternalizzazione, terziarizzazione… sforzi fatti nella direzione della riduzione dei costi di produzione. Oggi spesso il costo di logistica di un bene supera quello di produzione. Ciò significa che la logistica oggi ha un valore economico superiore a quello della produzione ma, nella maggior parte dei casi, è la stessa di 40 anni fa: un muletto e qualcuno che lo guida. Quindi, mentre nella produzione c’è stata innovazione, nella logistica spesso si cerca ancora di fare con quello che c’è spendendo il meno possibile. Non si pone, ad esempio, la giusta attenzione nella realizzazione o organizzazione del magazzino, un’operazione che magari viene affidata a qualche operatore che non sa nulla delle dinamiche interne e non lavorerà un domani in quello spazio. Ecco questa è una scelta sicuramente discutibile perchè, solo il coinvolgimento di coloro che conoscono le dinamiche interne, le criticità, i vantaggi di compiere un’operazione in un modo anziché in un altro, può portare ad un’organizzazione ottimizzata ed efficiente.
In questo la logistica italiana ha grandissimi spazi di miglioramento. Il mondo cambia, dobbiamo cogliere il cambiamento. La produzione l’ha fatto, è importante che lo faccia anche la logistica perché questo è il grande spazio che noi possiamo cogliere in questo mondo”.
Qual è l’atteggiamento di Ungari di fronte a queste sfide? L’ha raccontato Stefano Bianconi, General Manager Columbus Logistics.

Columbus Logistics è nata nell’88 per erogare servizi di distribuzione: dotare i clienti di una potenza logistica superiore a quella che è la loro capacità, investendo in risorse umane e tecnologia. Opera nei settori impiantistica, alimentare, arredo, illuminazione, farmaceutico, elettrodomestici, edilizia, tessile… tante esigenze (ambientali e di processi) diverse. “Siamo nati in Lombardia – ha spiegato Bianconi – con depositi in questo territorio, in più uno a Napoli, uno a Roma e uno a Dubai per la gestione della logistica del farmaco in collaborazione con una società locale. Non ci vogliamo fermare qui, vogliamo continuare a crescere, abbiamo in programma l’apertura di 3 nuovi depositi: Brescia, Roma e Ungheria. Quando selezioniamo i nostri fornitori scegliamo partner in grado di seguirci, di non mettere restrizioni alle nostre esigenze e ai nostri obiettivi. Oggi Ungari segue per noi la manutenzione di tutto il parco macchine e per noi è una sicurezza, proprio perché è in grado di accompagnarci in ogni nostro nuovo progetto”.
Davide Santi, After Sales Director Toyota Material Handling Italia e Davide Lecchi, Sales Development Manager Training Center, sono entrati nel merito degli strumenti e del metodo che Toyota fornisce a realtà come Ungari Group per far fronte alle esigenze del mercato, anche in un momento come questo di profondo rinnovamento.

“Venire in Ungari per me è un po’ come arrivare a casa – ha esordito Davide Santi – perché trovo da sempre una condivisione di obiettivi e di visioni comuni, i valori che caratterizzano il TPS, Toyota Production System, sono da sempre condivisi anche da questa Azienda. Il TPS è un metodo basato su qualità, attenzione a costi, ambiente sicurezza, spirito di miglioramento continuo con cambiamenti anche piccoli ma costanti. È il metodo del “Just in time” – continua Santi – che premia l’importanza di fare ciò che serve quando serve, nelle quantità necessarie, riducendo gli sprechi. Questa concezione è nata nella produzione ma si può applicare anche agli investimenti, alla logistica, all’organizzazione e nella gestione aziendale.
L’altro pilastro fondamentale e migliorare subito ciò che è da migliorare.
Tutto ciò si traduce in una vera e propria missione nel Service: ridurre i fermi macchina ridurre i costi, velocizzare gli interventi, eliminare anche qui lo spreco, ciò che non produce valore; soluzioni sempre più personalizzate, servizio ricambi più rapido possibile. Noi ci differenziamo anche nel service per gli obiettivi e i valori che portiamo avanti”.
Tutto ciò viene trasmesso da Toyota con la formazione “In Toyota le persone sono il vero motore del miglioramento continuo – ha detto Davide Lecchi – Toyota crede talmente tanto nella formazione da avere un centro dedicato che si rivolge sia al personale (tecnici, concessionari) che al mercato.

Il valore dato alla componente umana non cambia neanche oggi in cui l’automazione è sempre più presente: la persona resta al centro, l’analisi dei dati e dei processi per poter migliorare, sono cose che fanno parte del metodo Toyota e non sono alternative, semmai sono fondamentali per poter fare industria 4.0. Quindi il focus continuerà ad essere sulle persone, soprattutto su quegli elementi che rendono le persone diverse dalle macchine. La formazione in Toyota parte prima di tutto dal concetto di sicurezza a cui, in questi ultimi anni, è stato aggiunto il concetto di industria 4.0.
Abbiamo individuato i punti che caratterizzano la formazione 4.0:
1- flusso bidirezionale scuola/impresa: una collaborazione tra queste due realtà che dovrà essere sempre più profonda e strutturata
2- apprendimento adattivo: l’utilizzo delle nuove tecnologie per l’apprendimento
3- apprendimento continuo: ci stiamo allontanando sempre di più da quel concetto che ci vedeva impegnati nell’apprendimento nella prima parte della vita e nell’applicazione nella fase successiva, sempre di più l’apprendimento dovrà essere continuo
4- creatività ed empatia: sviluppo delle soft skills che differenziano l’uomo dalla macchina
5- digital learning: aumentano le occasioni di apprendimento ma non migliora la nostra capacità di apprendere, anche questo è un punto fondamentale su cui lavorare”.

È toccato a Marco Brindesi, Direttore Commerciale Ubiquicom, calare tutto ciò nella realtà operativa. “Oggi la sicurezza – ha spiegato – è un obbligo morale ma anche legislativo per le aziende. L’Industria 4.0 è, in pratica, macchine che comunicano tra loro e prendono decisioni, quindi in questo sistema la sicurezza è intrinseca. Applicare soluzioni di industria 4.0 porta con sé quindi tutta una serie di vantaggi per la sicurezza. Prendiamo l’esempio di un sistema di geolocalizzazione, come quelli ideati da noi, la sua presenza fa si che il comportamento dell’operatore a bordo del carrello sia più preciso, proprio perché costantemente monitorato, inoltre, in caso di incidente, è possibile ricostruire tutta la dinamica. Fino ad oggi aumentare la sicurezza significava ridurre la velocità del carrello e inserire pratiche che rallentavano l’operatività. L’Industria 4.0 da invece la possibilità di introdurre sicurezza essendo più produttivi”.