
Sono 15 le opere infrastrutturali che hanno una priorità e vengono definite da Confetra come irrinunciabili per il futuro della logistica e del mondo dei trasporti in Italia.
A descrivere quali sono e quale esborso richiederebbero, è il position paper dell’Università Federico II di Napoli che porta il titolo di “Check up log: le infrastrutture strategiche per il trasporto e la logistica”. Un elenco presentato in occasione di un incontro nel quale Confetra ha potuto confrontarsi con il Ministro dei trasporti Danilo Toninelli, il quale avrebbe assicurato il sostegno al progetto Marebonus e agli investimenti già previsti.
Gli interventi che la Federico II ha riportato, riguardano il Terzo Valico ferroviario dei Giovi, il potenziamento del nodo di Genova, l’autostrada A36 Pedemontana Lombarda, l’alta velocità ferroviaria Napoli-Bari, interventi ferroviari a sostegno del porto di Trieste ma anche il progetto della darsena Europa a Livorno, il terminal ferroviario di Milano Smistamento e ed i vari interventi ferroviari di ultimo miglio previsti dal contratto di RFI. Tra le priorità ci sarebbe anche l’adeguamento della storica Bologna-Firenze, il progetto Malpensa cargo district, il completamento della statale 106 Ionica e dei terminal container ancora in costruzione nei porti di Genova e Vado Ligure, il tunnel del Brennero, la gronda di Ponente, il nodo di Verona e infine lo Sportello Unico Doganale dei Controlli.
Un elenco copioso di opere che prevedono un esborso di circa 30.5 miliardi di euro, quando il fabbisogno finanziario è pari a circa 6.1 miliardi, cioè circa il 20%, come sottolineato dall’Ateneo partenopeo. Non un problema di risorse finanziarie quindi.
Un elenco prioritario, sul quale Confetra si dice non disposta a cedere di un solo centimetro. Per la Confederazione generale italiana dei trasporti e della logistica si tratta di “opere non negoziabili” e di una posizione dura che “nessun project review potrà scalfire”.
L’analisi condotta dalla Federico II infatti è ben fondata su “basi scientifiche di analisi origine/destinazione, verifiche dei transiti, connessioni tra agglomerati produttivi manifatturieri e vettori, proiezioni dei flussi”.
Il nostro paese necessita di accessibilità soprattutto in relazione all’import/export italiano di merci, in particolar modo lungo i valichi alpini e attraverso i collegamenti marittimi di corto raggio.
Un’urgenza riscontrata dall’analisi dei dati, se si pensa che solo nel 2017, oltre il 60% delle esportazioni italiane era diretto verso altri paesi europei ed il 35% dell’import proveniva dal Vecchio Continente.
La risposta da parte del Ministero sembra rassicurare in parte le attese. Toninelli avrebbe infatti anticipato che l’incentivo Marebonus, dedicato all’intermodalità strada-mare sarà rafforzato e che il Governo dedicherà uno stanziamento pluriennale ad hoc riservato al parco veicolare su gomma, finalizzato a garantire maggiore sicurezza e minore impatto ambientale. Inoltre, il Mit, sarebbe impegnato a completare l’analisi costi/benefici avviata sulle grandi opere, la maggior parte delle quali – rassicura il Ministro – saranno mandate avanti.