Secondo il Report della Casaleggio Associati, il trend di crescita estremamente positivo porterà la blockchain a pesare circa 2,3 miliardi entro il 2020

Di blockchain si parla, ma ancora troppo poco.
Eppure stando al Report Blockchain for Business della Casaleggio Associati, sembra essere la bussola che traccia la rotta del business alle aziende.
La vastità e l’importanza della blockchain per il futuro dell’economia sembrano non porre confini per creare, sviluppare e credere in nuovi modelli di business, nuove idee e servizi.

Secondo lo studio, entro il 2027, circa il 10% del Pil mondiale passerà direttamente attraverso la blockchain. A confermarlo, i dati dell’indagine che parlano di 339 milioni di euro investiti nel 2017 e tassi di crescita che si proiettano sui 2,3 miliardi di euro entro i prossimi due anni. Dando uno sguardo al trend relativo agli investimenti, le conferme non tardano a palesarsi.
L’ecosistema ha già guadagnato un consenso che si è tradotto in 945 milioni di dollari di investimenti, già proiettati a superare durante quest’anno i 2 miliardi. A voler analizzare le previsioni, c’è chi stima addirittura una crescita fino all’80% dal punto di vista dell’interesse degli investitori, che arriverebbe a circa 10 miliardi di dollari di investimenti entro il 2021. E’ chiaro come oggi l’andamento sia guidato dal mercato americano che punta già ai suoi 4,2 miliardi di dollari mentre il vecchio continente è oggi a 400 milioni di dollari, malgrado sia un mercato piuttosto dinamico e ambizioso.
3,5 miliardi di dollari entro il 2022: è questo il traguardo che l’Europa si prefigge di tagliare entro il triennio.

Prospettive e criticità della blockchain

Rimangono oggi sul tappeto alcuni aspetti irrisolti e perciò critici legati alla blockchain. In primis il tema del consumo energetico che pesa sullo sviluppo del sistema ma che secondo la Casaleggio sarebbe da rivedere in prospettiva, in chiave di ottimizzazione dei consumi e di gestione del consenso, funzionali all’uso che si potrà fare di ognuna blockchain. La privacy, l’immutabilità dei dati sono altri ambiti a cui occorre dare risposta come il caso del diritto all’oblio, della cancellazione dei dati. Per Casaleggio l’orientamento dovrebbe essere quello di giungere a soluzioni in grado di garantire e tutelare la Self Sovereing Identity, che possa valere indipendentemente dal luogo geografico in cui si vive e che consenta di gestire la propria identità personalmente e in modo diretto.
L’invito esplicito del Report è quello di prendere il buono della blockchain con la coscienza che gli interrogativi da risolvere sono ancora tanti e che serve una governance appropriata sia agli obiettivi che alle risorse disponibili ma anche alla creazione e pianificazione di questo tipo di progettualità.

I costi della blockchain

Il report analizza anche il tema dei costi, focalizzandosi anche sul dispendio energetico e su tutte le tecnologie e l’organizzazione che necessitano i processi di blockchain per funzionare.
Casaleggio invita a valutare quello che chiama il valore alternativo. Il trust offerto dalla blockchain secondo il report può essere meno costoso e anche più affidabile anche se per dimostrarlo concretamente occorre ancora del tempo ed un percorso che faccia leva sulla capacità di favorire lo sviluppo e sulla formazione. Il rischio è nascosto infatti in nuove forme di digital divide, anche se in questo senso il problema si sposta più sull’accesso alla rete che sulla blockchain in senso stretto.
La blockchain è di sicuro un’enorme possibilità anche se oggi il focus andrebbe spostato più sul ruolo strategico dell’intera infrastruttura. L’affidabilità di un simile strumento deve arrivare in maniera facile nelle mani delle persone, all’interno del loro quotidiano.
La visione della blockchain come minaccia e la fase del timore sono ormai superate: la dimostrazione è nei progetti in cui sta accelerando l’innovazione e l’individuazione di nuovi vantaggi competitivi e nuove forme di efficienza, che saranno la chiave di una svolta nell’economia dell’intera Europa.