“Il dato del Fondo monetario internazionale parla chiaro: quasi 102% di incremento del costo energia nel 2021 e, ad aprile, è stato misurato un ulteriore incremento del 55,5%. In pratica un’inflazione energetica tutt’altro che ferma”. A dirlo è Stefano Fantacone, Direttore scientifico CER (Centro Europa Ricerche), intervenuto lo scorso 1 luglio al Congresso dei noleggiatori associati Assodimi e di Unacea.

Stefano Fantacone, Direttore scientifico CER (Centro Europa Ricerche)

Di fronte a una platea di professionisti che operano nel settore delle costruzioni e delle grandi macchine, Fantacone ha delineato un quadro della situazione attuale che vede convivere 2 forze contrastanti: un ciclo dell’economia reale ancora robusto da una parte e un’inflazione che spinge dall’altra.

Come andrà? Per delineare meglio le prospettive partiamo da qualche numero proprio del CER:

Congiuntura internazionale (pubblicato il 6 luglio 2022)

  • Pil tendenziale I trimestre: India +4,1%, Russia +3,3%, Brasile +1,7%
  • La produzione industriale cala in Germania (-2,7%), aumenta in Italia (+3,7%)
  • Inflazione all’8,6% nell’Area euro e negli Stati Uniti
  • Tassi di policy: Russia -150pb, Brasile +50pb, India +50pb
  • In calo la fiducia di imprese e consumatori nell’Area euro e negli Stati Uniti

Congiuntura italiana (pubblicato l’1 luglio 2022)

  • Produzione industriale in crescita
  • Torna a salire l’inflazione: +6,8%
  • Scende sotto il 24% la disoccupazione giovanile
  • In calo la fiducia di imprese e famiglie
  • Tasso decennale BTP supera 4% e poi riscende

“Scenario economico in continua evoluzione dominato da un fattore su tutti: il disordine nel mercato delle materie prime. Il dato più importante è infatti quello che riguarda l’andamento del mercato della materie prime e in particolare dell’energia”. Ha spiegato Fantacone che ha aggiunto anche dei numeri per spiegare come, il conflitto in Ucraina, si sia inserito, accelerandolo, in un processo di inflazione già in corso.

“Prima del conflitto in Ucraina il petrolio quotava aumenti del 20%, ora la quota aumenti è al 40%.
Il gas naturale europeo, i cui prezzi sembravano in via di stabilizzazione con un incremento del 5%, aumentano oggi del 105%.
Il carbone, se aumentava intorno al 40%, oggi aumenta più del 125%.

Quindi, su una tendenza inflazionistica già presente, il conflitto in Ucraina genera ulteriori incertezze e tensioni sui prezzi. Questo è il tema che sta dominando lo scenario macroeconomico con tassi di inflazione in netta crescita”.

Fantacone ricorda quindi che, sono proprio questa grande incertezza e grande preoccupazione a determinare un riorientamento, anche abbastanza rapido, delle politiche monetarie con manovre di aumento di tassi di interesse.

“Lo scenario che si prospetta, pur essendo questo un picco, è che non rientrerà totalmente. Il costo dell’energia resterà almeno il doppio di quello a cui eravamo abituati almeno per tutto il 2022 e buona parte del 2023”.

Come incide tutto questo sulle previsioni?

“Prima di questa situazione (il conflitto in Ucraina e la possibilità di un rientro dell’inflazione energetica) prevedevamo un incremento del pil del 4,3% nel 2022. L’incremento che prevediamo oggi è del 2,6%.

Ma il ciclo reale sta dimostrando straordinari segni di resistenza a questa inflazione energetica. Il Governo potrebbe confermare le sue previsioni di crescite del 3,1% e potrebbe avere ragione, perché i dati della prima parte dell’anno sono stati migliori di quanto si temesse.

Qualche preoccupazione dobbiamo cominciare ad averla sul 2023: è probabile che queste tensioni si scaricheranno sul 2023 e quindi che la nostra previsione di crescita del 2,2% venga disattesa e la crescita scenda sotto al 2%”.

Quindi grande preoccupazione, grande incertezza però anche un’inattesa solidità del ciclo economico reale. “Ricordiamo che anche una crescita dell’1,5 % sarebbe positiva, soprattutto se confrontata con le crescite pre-pandemia dello 0,…%”.

Macchine da costruzione: prospettive verso fine anno

Per il Direttore scientifico CER la prospettiva per le macchine da costruzione, in questo contesto, è comunque buona.

Uno dei motivi è il PNRR, crisi di Governo permettendo. “Rispetto alle previsioni pre-pandemia, potremmo avere all’anno quasi 20miliardi in più di investimenti pubblici, cioè una variabile con un elevato moltiplicatore: un’onda che alza il pil e descrive la probabilità di un ciclo di positività lungo delle costruzioni. C’è l’incertezza del superbonus tutta nostra e l’incertezza globale sui prezzi, ma le prospettive rimangono positive”.

Anche in questo caso Fantacone ha fornito dei numeri.

Il 2021, per le macchine da costruzione, è stato un anno eccezionale: +30% incremento vendite, oltre 25mila unità di macchine vendute, quasi 5milla unità in più rispetto all’anno precedente, il 2020, che è stato un anno pandemico ma non di contrazione per il settore.

“Per quest’anno prevediamo un incremento dell’11,3% delle vendite superando le 28mila unità (stime fatte a marzo). Quindi anche il 2022 dovrebbe confermarsi un anno positivo.

Sul 2023 vedremo! Può essere che ci si assesti su questo ciclo lungo di crescita del settore”.