Il mondo dell'autotrasporto alza la voce, dicendosi pronto a intraprendere una class action contro lo Stato
Il settore dell'autotrasporto si dice pronto intraprendere una class action sulle accise contro lo Stato. Lo ha reso noto la stessa associazione Trasportounito, attraverso una nota nella quale informa che ha inviato una comunicazione di diffida ad adempiere.

Il mondo dell’autotrasporto alza la voce, dicendosi pronto a intraprendere una class action contro lo Stato. Il motivo? «Trasportounito ha intimato al presidente del Consiglio, al titolare del dicastero del Mims a al rappresentante del Governo con delega all’autotrasporto di ripristinare la procedura relativa al recupero delle accise da parte delle imprese di autotrasporto, per tutto il periodo in cui è, o sarà vigente, la riduzione generalizzata delle aliquote delle accise sui carburanti».

Lo ha reso noto la stessa associazione, attraverso una nota nella quale informa che ha inviato una comunicazione di diffida ad adempiere.

Una class action dell’autotrasporto contro lo Stato

Quella che il mondo dell’autotrasporto è pronto a intraprendere è una vera e propria class action, in un momento di profonda crisi ed emergenza per l’intero comparto, che si trova in difficoltà a causa dell’aumento dei costi del carburante (e non solo).

Proprio qualche giorno fa il Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini, aveva firmato il decreto che consente alle imprese interessate di usufruire di un credito di imposta pari al 28% delle spese sostenute nel primo trimestre del 2022. Una serie di agevolazioni al settore dell’autotrasporto delle merci per conto terzi, per mitigare gli effetti economici dell’aumento del prezzo del gasolio a causa della guerra in Ucraina.

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«L’uso commerciale del carburante non può essere sospeso»

La diffida, secondo quanto riportato da Trasportounito, trarrebbe origine «dalla decisione del Governo che dal 22 marzo al 21 agosto ha sospeso alle imprese di autotrasporto, per effetto della riduzione alla fonte di una parte delle accise, la pratica dell’utilizzo del carburante “ad uso commerciale”. Pratica legittimata dall’Unione Europea dal 1 gennaio 2004, che si esplicita con il recupero di una parte del valore delle accise».

Secondo il segretario generale di Trasportounito, Maurizio Longo, “l’uso commerciale del carburante diesel non può essere oggetto di distorsione della concorrenza, ovvero soggetto a sospensione, riduzione o esclusioni ecologiche”. Dall’associazione è partito un messaggio forte e chiaro: se entro 90 giorni non arriveranno risposte, «verranno avviate le pratiche legali mentre le azioni di natura sindacale saranno intraprese all’indomani dell’insediamento del futuro Governo».

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