Il rischio d’investimento nelle aree di pertinenza aziendali e industriali non deve essere sottovalutato. Oggi, gli investimenti di lavoratori da parte di mezzi industriali quali ad esempio i carrelli elevatori, rappresentano una delle più frequenti cause di infortunio mortale.

Il quadro che emerge dalle schede del Sistema di sorveglianza nazionale degli infortuni mortali sul lavoro vede tra le professioni maggiormente coinvolte in queste dinamiche infortunistiche:

  1. Il 19% conduttori di mezzi da lavoro (camion, macchine movimento terra, carrelli elevatori)
  2. Il 16% operatori che lavorano in cantieri temporanei (pavimentatori, armatori di gallerie, addetti all’armamento ferroviario)
  3. L’8,5% gli addetti al magazzinaggio o alla consegna merci.

A titolo d’esempio analizziamo il caso di un infortunio avvenuto in un’azienda che svolge attività di lavorazione del legno.

Investimento in area di lavoro: il caso

Nel cortile sul quale si affacciano i magazzini ed il laboratorio/officina, avvengono le operazioni di carico e scarico merci con l’ausilio dei carrelli elevatori. Nell’area però transitano anche mezzi che trasportano le merci come i camion e sono contemporaneamente presenti anche i mezzi in circolazione ed i pedoni.

Un autista di un’impresa esterna si trova nel cortile e deve caricare sul proprio camion trucioli e segatura, stoccati in un silos. La zona di carico è delimitata da pareti. Qui viene posizionato il mezzo sotto lo scarico del silos.
Il dipendente della ditta di legname deve invece prelevare con un carrello elevatore a forche il prodotto finito. Uscendo dalla segheria, si dirige verso il locale magazzino percorrendo un tratto di strada nel cortile. Dopo aver svoltato a fianco della parete del silos, sente un tonfo provenire dalla ruota anteriore sinistra e si ferma.
Si accorge quindi che sul pavimento si trova il corpo del primo lavoratore investito dal carrello.

L’investimento si verifica mentre il mezzo procede a marcia avanti, non ci sono irregolarità nella pavimentazione, la visibilità è ottima, il carrello elevatore non era carico.
Tuttavia nella zona dell’incidente non è presente segnaletica di sicurezza che identifichi le vie di circolazione pedoni/mezzi; non sono presenti procedure di lavoro per effettuare operazioni di movimentazione in maniera sicura e il conducente del carrello che ha causato la morte dell’operatore a piedi pur svolgendo la mansione di carrellista, asserisce di non essere inquadrato come carrellista.

Non esistono quindi regole di transito per il personale e per i mezzi e al dipendente viene di fatto richiesto di eseguire una mansione non prevista dal suo contratto e per la quale ha inadeguata formazione.

I fattori di rischio per investimenti col carrello elevatore

Dall’analisi delle dinamiche infortunistiche del sistema IN.FOR.MO, si evince che gli eventi infortunistici con esito mortale sono stati suddivisi per luogo di accadimento.
Ma qual è la percentuale di incidenti e dove si verifica?
Secondo il sistema:

  • 41% nell’area di pertinenza dell’azienda
  • 24% in cantiere stradale
  • 14% in area ferroviaria
  • 11% in cantiere edile
  • 10% in altro luogo non specificato.

Generalmente, i fattori di rischio prevalenti sono costituiti da manovre in retromarcia, a scarsa visibilità e in assenza di coordinamento con il personale a terra nelle vicinanze che hanno interessato il 65% degli eventi infortunistici.
Tra le cause principali, una percentuale maggiore riguarda le condotte abituali e tollerate e la formazione inadeguata, oltre ad una generale mancanza di comunicazione tra gli operatori coinvolti negli incidenti.

In altri casi invece, a determinare l’incidente è la mancanza di una viabilità e di una segnaletica univoche e la mancanza dei dispositivi di retro visione e di segnalazione del movimento mezzi.