Si è svolto a Roma nei giorni scorsi il convegno organizzato da Conftrasporto-Confcommercio riguardo il futuro del settore. Vediamone insieme i punti più salienti e le proposte avanzate

La crisi energetica colpisce le imprese dell’autotrasporto e le nuove disposizioni del Pacchetto europeo Fit for 55 prevedono nuovi oneri per gli operatori che utilizzano carburanti fossili.
Secondo le stime di Conftrasporto, l’estensione al trasporto stradale del meccanismo di contrattazione delle emissioni ERS, genererà un nuovo incremento dei costi operativi per le imprese.
Si tratta di un aggravio di circa 1.500 euro l’anno per furgone a gasolio, pari a circa 6mila per un veicolo pesante GNL e di 10 mila per euro per veicoli pesanti a gasolio di ultima generazione.

Autotrasporto e tassazione

Nel nostro paese il settore del trasporto è già ampiamente gravato da oneri che limitano la competitività delle imprese italiane rispetto alle estere.
Secondo un recente studio, solo attraverso la tassazione dei carburanti il traporto stradale è assoggettato a una carbon tax virtuale dell’ordine di 250 euro per tonnellata di CO2 prodotta (5 volte di quanto paga l’industria).

Inoltre, se si considerasse l’ammontare complessivo della tassazione sul trasporto stradale il costo, in termini di incassi dello Stato, per ciascuna tonnellata di CO2 prodotta dal trasporto stradale raggiungerebbe la soglia di 800€.
D’altra parte, con specifico riferimento ai veicoli merci pesanti, in base a una elaborazione dell’Ufficio Studi Confcommercio, ciascun veicolo pesante in conto terzi ogni anno attraverso le accise sul gasolio pagherebbe più di 5.000 euro in più rispetto ai costi ambientali che genera.

Il problema è, quindi l’eccesso che, per un veicolo di ultima generazione supera addirittura gli 8.500€ su base annua. Inoltre, secondo un’altra ricerca dell’Ufficio Studi Confederale, nel passaggio dal 1991 al 2017, le emissioni dei veicoli pesanti in Italia si sono ridotte del 30%, a fronte di una riduzione complessiva delle emissioni dell’intera dell’economia del 20%, attestandosi su una quota inferiore al 5% delle emissioni totali.
Mentre la politica europea e nazionale era concentrata sull’obiettivo del riequilibrio modale e sul ridimensionamento della mobilità su gomma, il vero split che si è conseguito non è stato quello in favore di altre modalità di trasporto, ma a vantaggio di operatori sempre su gomma, ma stranieri.

Le priorità di Conftrasporto

Sulla base di questi studi, le priorità per il settore, secondo Conftrasporto, sarebbero riassumibili in:

  • Disposizioni attuative per immediata fruibilità delle risorse stanziate contro il caro gasolio (D.L. Aiuti quater e Legge di Bilancio)
  • Intervento in Consiglio Europeo per scongiurare la proposta di soppressione del beneficio del gasolio commerciale, essenziale per la competitività dell’autotrasporto
  • Un piano d’azione integrato per contrastare la criticità della carenza di autisti attraverso la riduzione del cuneo fiscale, l’allentamento di alcuni requisiti che limitano l’accesso a tale attività e l’attivazione di specifici percorsi formativi per favorire l’ingresso dei giovani nel comparto
  • Una profonda revisione della regolamentazione dei divieti di circolazione che, capitalizzando i benefici generati dai miglioramenti nella sicurezza attiva e passiva dei mezzi di trasporto, dagli sviluppi nell’infomobilità e dalle mutate abitudini di spostamento degli italiani sulle strade, faccia da vero e proprio “booster” della produttività del settore, recuperando per l’attività gran parte delle oltre 80 giornate di interdizione della circolazione attualmente previste nell’anno.

Scarica il Rapporto di Conftrasporto

 

Fonte: Comunicato stampa Conftrasporto