Nei prossimi quattro anni, circa 2,4 milioni lavoratori saranno chiamati ad acquisire competenze digitali e green. Una richiesta che partirà dalle aziende anche sulla spinta degli investimenti del PNRR.
Investire in specialisti sarà strategico per colmare il gap che oggi vede una carenza di risorse già formate in tema digitale e “verde”.

Unioncamere: previsioni a medio termine dei fabbisogni professionali per l’Italia

In uno studio, Unioncamere ha stimato i costi per i diversi settori dell’economia derivanti dal minore valore aggiunto prodotto per la mancanza delle professionalità difficili da reperire. Si è stimata per il 2022 una perdita di valore aggiunto pari a quasi 40 miliardi di euro (indagine Excelsior).
Una stima contenuta all’interno del report “Previsioni dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a medio termine” elaborato da Excelsior, Unioncamere e Anpal.

Secondo questo studio, le filiere per cui si stima un costo maggiore sono state quelle del commercio, turismo, infrastrutture, costruzioni e servizi operativi. Ed i costi rischiano di aumentare nei prossimi anni a causa di transizione digitale e green e andamento demografico.

Grandi assenti i diplomati negli studi tecnico-professionali

Tra quest’anno ed il 2027 Unioncamere stima che il 34,3% del fabbisogno occupazionale riguarderà chi è in possesso di una formazione terziaria ed il 48,1% chi sarà in possesso di un diploma tecnico-professionale.

Stando ai dati dell’analisi, confrontata domanda e offerta attuale, emerge una carenza importante, di circa 9 mila unità per anno.
Nel prossimo quinquennio, mancheranno 12 mila laureati ogni anno per le professioni mediche, 8 mila unità annue nel settore economico-statistico e 6 mila unità annue nelle discipline Stem.

Un problema duplice se si pensa che l’offerta formativa complessiva riuscirebbe a soddisfare solo il 60% della domanda potenziale nel prossimo quinquennio, con criticità più importanti per gli studi in ambito di trasporti e logistica, costruzioni, meccanica, meccatronica ed energia (per i quali nel prossimi 4/5 anni, l’offerta potrebbe coprire meno di un terzo della potenziale domanda).

Il ruolo del PNRR nel reperimento delle risorse competenti

Nell’anno appena trascorso, la difficoltà a reperire personale ha riguardato circa il 40% delle assunzioni. Una percentuale che tenderà ad aumentare nei prossimi anni, per effetto della transizione green e digitale.

L’accelerazione della domanda, come effetto degli investimenti derivanti dalle risorse del PNRR, potrebbe causare ulteriori complessità nel reperimento di professionisti “competenti” soprattutto in costruzioni, infrastrutture, turismo e servizi avanzati.