Tra i comparti più impegnati per raggiungere livelli di sostenibilità sempre più alti c’è sicuramente quello del cleaning dove, un gruppo di professionisti ed esperti del settore, è al lavoro per creare la certificazione “Made Green in Italy” per le lavasciuga pavimenti. Un comitato che sta anche lavorando alla realizzazione di standard di sicurezza e prestazioni degli apparecchi elettrici a motore per la pulizia.

Vediamo di seguito di che cosa si tratta.

Chi si sta occupando di questi progetti?

Le iniziative di cui stiamo parlando vengono portate avanti dal SottoComitato CEI* SC 59/61J, un gruppo di lavoro che ha il compito di definire la posizione italiana sui documenti internazionali relativi alla sicurezza elettrica e alle prestazioni degli apparecchi elettrici a motore per la pulizia commerciale.

Si occupa anche di nominare esperti per partecipare ai diversi progetti proposti a livello internazionale. Propone, elabora e aggiorna le pubblicazioni di standardizzazione di carattere nazionale che ricadono sotto il suo campo di applicazione.

Questo comitato è un sottogruppo del Comitato base CT 59/61 “Apparecchi utilizzatori elettrici per uso domestico e similare”.

Certificazione Made Green in Italy e Regole di Categoria di Prodotto

Questo Comitato è presieduto, da novembre 2021, da Stefania Verrienti, Direttore AFIDAMP.

Su richiesta del Ministero dell’Ambiente, AFIDAMP sta elaborando, tramite un gruppo di lavoro composto proprio da membri del SottoComitato CEI SC 59/61J, una RCP (Regole di Categoria di Prodotto) dedicata alle macchine lavasciuga pavimenti.

Questo documento farà da base allo schema di certificazione denominato “Made Green in Italy, proposto dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.

Obiettivo di questa certificazione:

  • valorizzare la produzione italiana
  • iniziare a guardare a una PEF (Product Environmental Footprint) Europea di riferimento per le norme tecniche

Tutto ciò sempre nell’ottica di migliorare il mercato e aprire la strada a tecnologie per la pulizia che siano sempre più sostenibili e insieme performanti.

Il progetto non guarda solo alle applicazioni e agli effetti sull’ambiente. Ma guarda anche agli addetti ai lavori, ai costruttori, a tutte quelle realtà che hanno il compito di rendere reali i progetti.

Per gli addetti ai lavori si pensa ad un impianto normativo che possa essere un rifermento, non un insieme di costrizioni difficili da comprendere. Un impianto normativo fatto di informazioni chiare e oggettive sulle caratteristiche tecniche dei prodotti, indicazioni da consultare per la realizzazione delle tecnologie.

Metodologie scientifiche per misurare le prestazioni

Il SottoComitato CEI SC 59/61J sta lavorando anche a delle metodologie scientifiche per misurare le prestazioni lavorative e ambientali degli apparecchi per la pulizia commerciale e professionale.

Riuscire a misurare in modo oggettivo le prestazioni delle macchine utilizzate nel cleaning, considerando anche l’impatto ambientale, significa poter fare dei confronti alla pari tra le attrezzature presenti nel mercato.

Esistono già dei riferimenti a livello internazionale ed europeo, con questo nuovo lavoro si vuole implementare queste norme, per rendere il mercato del cleaning sempre più trasparente, professionale e sostenibile.

 

*CEI: Comitato Elettrico Italiano

[Fonte: ceimagazine.ceinorme.it]