
L’estate è arrivata e si inizia a sentire. Le temperature sono aumentate e ci aspettiamo ondate di calore per almeno un paio di mesi.
Ma com’è lavorare con il caldo? Complicato sicuramente, in alcuni casi anche pericoloso.
Ci sono infatti alcune tipologie di lavoro che, combinate con le alte temperature, si rivelano deleterie.
Parliamo ad esempio dei lavori all’aperto, dei lavori che richiedono notevoli sforzi fisici… un mix di componenti che mette a dura prova il fisico. È quindi necessario essere cauti e osservare alcune regole per lavorare nonostante il caldo, senza stare male.
Per aiutare i lavoratori nelle valutazioni, è online un portale molto interessante che, inserendo il nome di una località, restituisce il livello di rischio-caldo registrato nella zona per i successivi 5 giorni.
Per ogni livello di rischio-caldo, il portale dà anche delle indicazioni sui comportamenti da tenere.
Il rischio-caldo viene così catalogato:
Livello di rischio: Alto
Bevi spesso, anche poco più di 1 L/h e programma pause frequenti in luoghi ombreggiati o aree condizionate.
È previsto un livello di rischio alto (Emergenza).
Questo livello di rischio è associato ad uno stress da caldo particolarmente critico per la salute. È fortemente consigliato modificare l’orario lavorativo, privilegiando i periodi meno caldi della giornata, anche per lo svolgimento di attività di livello moderato.
Se possibile, incrementare ulteriormente le pause in luoghi ombreggiati o in zone con aria condizionata dove è anche possibile reidratarsi. L’elevato fabbisogno idrico può rendere necessaria anche l’assunzione di poco più di 1 litro di acqua durante le ore più calde.
Il medico competente può prevedere anche una integrazione con sali minerali.
Livello di rischio: Moderato
Sorseggia acqua frequentemente e aumenta il numero di pause in luoghi freschi
È previsto un livello di rischio moderato (Allarme).
La tua sudorazione sarà elevata e pertanto si consiglia di sorseggiare acqua frequentemente.
Ricordati di mantenere alto il livello di idratazione anche al di fuori dell’orario di lavoro (fai attenzione che la sete non è un buon indicatore del proprio livello di idratazione quando la sudorazione è elevata). Aumenta il numero di pause in luoghi ombreggiati.
Se questo livello di rischio è previsto nei primi giorni del periodo estivo (quando ancora non sei acclimatato al caldo), prestare ulteriore attenzione al grado di idratazione. Considera di riprogrammare le attività lavorative, preferendo, per le attività più impegnative, i periodi più freschi della giornata.
Livello di rischio: Basso
Poni maggiore attenzione all’idratazione e pianifica brevi pause.
È previsto un livello di rischio basso (condizione di pre-allarme/attenzione). Le condizioni previste non dovrebbero influenzare il rendimento delle abituali attività lavorative. Potrebbero verificarsi condizioni di stress termico (generalmente basso) ed un aumento della sudorazione.
Si suggerisce di alleggerire il vestiario indossato e di porre attenzione all’idratazione.
Livello di rischio: Nessuno
Mantieni il ritmo di lavoro abituale e le normali procedure di idratazione.
Assenza di fenomeni significativi prevedibili. Non sono necessarie precauzioni aggiuntive o ulteriori interruzioni oltre quelle previste nella propria attività lavorativa.
Consulta il portale: worklimate.it/profilo/ordinanza-caldo-lavoro
Questo portale è nato dal progetto Worklimate, frutto della collaborazione tra Inail, Consiglio nazionale delle ricerche-Istituto per la BioEconomia (Cnr-Ibe). Lo studio approfondisce gli effetti delle condizioni di stress termico ambientale sui lavoratori.
L’Inail aveva pubblicato anche una guida con raccomandazioni mirate per intervenire in maniera efficace nel combattere lo stress sul lavoro correlato alle elevate temperature. L’impatto delle temperature estreme, infatti, è particolarmente rischioso sia per chi svolge la propria attività lavorativa in ambienti dove non è possibile conseguire le condizioni di comfort a causa di vincoli legati alle necessità produttive o alle condizioni ambientali, sia per chi lavora all’aperto, come nel settore agricolo e delle costruzioni. I fenomeni climatici estremi sono stati posti in relazione con un aumento del rischio di infortunio sul lavoro.
Le patologie, i sintomi e le strategie di prevenzione
Tra le patologie da calore rientrano i crampi, la dermatite da sudore, gli squilibri idrominerali fino al colpo di calore, che può comportare aritmie cardiache e l’innalzamento della temperatura corporea oltre i 40°.
Compito del datore di lavoro è individuare procedure specifiche per attuare le misure più efficaci, a partire dalla scelta di una persona che sovrintenda al piano di sorveglianza per la prevenzione degli effetti dello stress da caldo. Fondamentale è la formazione dei lavoratori, e, tra le strategie, è importante considerare l’importanza dell’idratazione, di un abbigliamento adeguato, della riorganizzazione dei turni di lavoro e della possibilità di accedere ad aree ombreggiate durante le pause.
Condizioni croniche che aumentano la suscettibilità al caldo
Alcuni lavoratori, per le loro condizioni croniche, sono più sensibili allo stress termico. Le patologie croniche che aumentano il rischio di effetti avversi del caldo sono: malattie della tiroide, obesità, asma e bronchite cronica, diabete e patologie cardiovascolari.