
La paura dell’intelligenza artificiale ed il timore rispetto ai suoi sviluppi malevoli accompagna il pensiero dei non addetti ai lavori.
Sul tema, anche l’European Parliamentary Research Service (EPRS) ha avviato un dibattito che coinvolge diverse figure professionali, per sondare l’origine di questa “resistenza”.
L’esigenza che ne è emersa è quella di dare vita e costruire un confronto permanente sul tema, in grado di generare conoscenza e consapevolezza per affrontare il futuro con serenità.
Malgrado siano passati diversi anni dalle prime applicazioni dell’AI, in settori cruciali incluso quello della pulizia industriale, il timore della messa in atto di processi decisionali senza trasparenza, la paura della possibile “rivolta contro l’essere umano” sembrano essere ancora attuali.
Insieme a Stefano Grosso, Amministratore delegato di ISC, abbiamo quindi deciso di sfatare il falso mito dell’AI che sarebbe destinata a diventare “super intelligente” e distruttiva, confermando quanto ancora l’uomo sia necessario per la sua implementazione ed il suo successo.
Quali sono i principali timori che gli operatori del cleaning hanno riguardo l’automazione e l’intelligenza artificiale applicata al settore della pulizia industriale?
Gli operatori del cleaning sono combattuti più che spaventati. Ormai è assodato che nelle soluzioni che propone ISC la presenza dell’operatore non viene messa mai in discussione. Piuttosto ne viene sottolineata l’importanza nel dare istruzioni, insegnare, programmare e monitorare la macchina.
E se per certi versi gli operatori temono di non saper usare la tecnologia e che quindi questa comporti perdite di tempo, per altri, invece, sono attratti dalla tecnologia e dalla possibilità di diventare protagonisti dell’innovazione.
Per questo, abbiamo selezionato soluzioni autonome molto semplici da mappare e azionare, rendendo tangibile il concetto di semplificazione.
Quindi è possibile implementare soluzioni robotiche senza che questo comporti una perdita di posti di lavoro, favorendo una trasformazione e specializzazione della forza lavoro?
Assolutamente si. In queste soluzioni l’operatore è protagonista nella gestione della macchina e quando la macchina è chiamata a effettuare autonomamente attività faticose, come aspirare o lavare i pavimenti, l’operatore si occuperà di altre mansioni ad alto valore. Negli uffici, ad esempio, si potranno pulire le scrivanie, negli hotel rifare le camere, nei negozi effettuare un controllo delle referenze o interfacciarsi con i clienti.
C’è un aspetto significativo da tenere in conto ed è quello legato al controllo e alla gestione. Le macchine connesse mettono a disposizione molti dati che non devono esclusivamente essere utilizzati come prova del servizio, ma come base per il miglioramento e l’ottimizzazione. E l’applicazione della robotica deve responsabilizzare le persone, rendendole consapevoli degli obiettivi e delle procedure per ottenerli.
Parliamo della “manodopera”. Come possono le aziende preparare gli operatori per il futuro della pulizia industriale robotizzata?
Si parla spesso del valore della pulizia ma troppo poco del valore delle persone che si impegnano per fare pulizia.
Consolidare l’autostima degli operatori, dando loro tutte le informazioni necessarie per sentirsi gratificati del lavoro che svolgono è il primo passo.
Che si tratti di macchine evolute o di attrezzature tradizionali, l’operatore deve conoscere i principi della pulizia e della disinfezione, così da essere lui stesso per primo consapevole che il suo lavoro non è facilmente sostituibile, tanto meno da una macchina, anche se super sofisticata.
Il futuro sarà sicuramente orientato alla riduzione degli impatti, al miglioramento delle condizioni di lavoro, all’allungamento della vita utile del prodotto attraverso l’analisi dei dati. La tecnologia che porta reali benefici non supera l’uomo, ma lo aiuta a vivere, lavorare, e stare meglio.
Se potessimo sintetizzare, quali sono i grandi vantaggi che offre la robotica? E quali le soluzioni che sul mercato propone ISC, che godono della fiducia delle aziende e del cliente finale?
I vantaggi non stanno nelle macchine in sé, neanche in quelle robotiche.
I vantaggi derivano dalla constatazione di macchine in grado di rispondere correttamente alle esigenze del cliente. Noi abbiamo scelto di inserire diverse macchine robotiche, di marche diverse (Tennant, Ice, SoftBank), ma con un’unica filosofia: rendere semplice e affidabile il servizio di pulizia.
Non tutti i clienti hanno bisogno di automatizzare il processo, così come non tutti i clienti hanno bisogno di meccanizzarlo.
Il vantaggio che offriamo al cliente è l’onestà di individuare la soluzione più giusta per lui. Per questo mi piace dire che non proponiamo intelligenza artificiale, proponiamo intelligenza nella pulizia!
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