
Il consumo del suolo ad uso logistico presenta una serie di vantaggi economici, tra cui la creazione di occupazione e l’ottimizzazione delle operazioni commerciali.
Tuttavia, è importante considerare attentamente gli impatti negativi associati, come la perdita di terreni agricoli e ambientali, la congestione e l’inquinamento, nonché gli aspetti sociali.
Per mitigare questi effetti indesiderati, è fondamentale adottare approcci sostenibili e responsabili nella pianificazione e nella gestione delle infrastrutture logistiche, promuovendo pratiche di riduzione dell’impatto ambientale e di coinvolgimento delle comunità locali.
Consumo del suolo: quali vantaggi per la logistica?
L’espansione delle attività logistiche porta alla creazione di posti di lavoro, stimolando l’economia locale. I centri logistici e i magazzini richiedono personale per le operazioni quotidiane, la gestione delle merci e le altre attività correlate.
Inoltre, la presenza di infrastrutture logistiche può attrarre investimenti e promuovere lo sviluppo industriale.
Un ulteriore vantaggio risiede nell’efficienza operativa. La disponibilità di spazi logistici adeguati consente una migliore organizzazione delle catene di approvvigionamento e distribuzione.
I magazzini e i centri di distribuzione ben posizionati riducono i tempi di consegna, ottimizzano i flussi di merci e migliorano la gestione degli stock. Ciò porta a una maggiore efficienza operativa e a una riduzione dei costi logistici complessivi.
E infine, la localizzazione strategica dei centri logistici consente un accesso facilitato ai mercati regionali e nazionali. Spesso situati in prossimità di importanti infrastrutture di trasporto, come strade, autostrade e porti, favoriscono una logistica fluida e tempi di consegna ridotti.
Ciò si traduce in una maggiore competitività per le imprese che operano nel settore.
Il peso della logistica sul consumo di suolo: migliaia di ettari sotto il cemento
Rischi legati al consumo del suolo
Malgrado questi vantaggi, la cementificazione e il derivante consumo del suolo ad uso e consumo della logistica, desta non poche preoccupazioni in tantissime regioni italiane. Soprattutto nel Nord Italia, dove sorgono i principali poli della logistica.
Se dovessimo evidenziare 3 principali rischi legati alla cementificazione potremmo riassumerli in:
- Perdita di terreni agricoli e ambientali
L’espansione delle aree logistiche può comportare la conversione di terreni agricoli fertili o di aree naturali, con conseguenti impatti negativi sull’ambiente e sulla biodiversità.
La perdita di habitat naturali e la frammentazione degli ecosistemi conducono inevitabilmente a una diminuzione della qualità dell’aria, del suolo e dell’acqua. - Congestione e inquinamento
L’aumento del traffico veicolare associato all’espansione logistica può causare congestionamento stradale e inquinamento atmosferico.
I camion utilizzati per il trasporto delle merci possono contribuire all’emissione di gas serra e di inquinanti nocivi per la salute umana.
Ciò può avere effetti negativi sulla qualità della vita delle comunità circostanti. - Impatti sociali
L’espansione delle attività logistiche può comportare la rilocazione forzata delle comunità locali, specialmente nelle aree urbane.
Questo può causare la perdita di identità culturale, il deterioramento delle relazioni sociali e la creazione di disuguaglianze.
Inoltre, la presenza di grandi infrastrutture logistiche può generare disturbo acustico e visivo, influenzando la qualità della vita delle persone che vivono nelle vicinanze.
Ridurre il consumo del suolo è un aspetto fondamentale dello sviluppo sostenibile. Ciò implica l’adozione di pratiche di pianificazione territoriale attente, l’uso efficiente dello spazio esistente e la riqualificazione delle aree dismesse.
Uno sviluppo equilibrato ed efficiente può ridurre l’impatto ambientale negativo, migliorare la qualità della vita delle persone e favorire la resilienza delle comunità.
Non dimentichiamo inoltre che, il suolo è una risorsa naturale non rinnovabile, che richiede secoli per formarsi. Ed il suo consumo comporta la distruzione di ecosistemi, causando la perdita di biodiversità, l’alterazione dei cicli naturali e l’indebolimento della resilienza degli ecosistemi alle perturbazioni ambientali.