Un impatto sottovalutato

L’impatto ambientale delle batterie è stato per lungo tempo sottovalutato, a costo di grandi disastri. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Salute, che nel 2017 ha pubblicato un rapporto shock, l’esposizione al piombo provoca circa mezzo milione di morti all’anno e genera in altre 9 milioni di persone disabilità che riducono l’aspettativa di vita. In un altro rapporto, l’Unicef stima che in circa 800 milioni di bambini (il 30% della popolazione infantile del mondo!) la presenza di piombo nel sangue è oltre il livello di guardia, con effetti negativi diretti sul loro sistema nervoso e il loro quoziente intellettivo. L’OMS afferma che la grande maggioranza del piombo disperso nell’ambiente deriva dal riciclo informale delle batterie delle automobili. Il riciclo, se realizzato in modo inadeguato, provoca scempi non solo nei paesi poco sviluppati e privi di norme efficaci, ma anche nel cosiddetto “primo mondo”. Emblematico il caso di una nota azienda azienda leader del riciclo delle batterie negli USA, che sei anni fa ha dovuto chiudere il proprio impianto californiano dopo aver contaminato 10.000 residenze private a causa della propria negligenza nei controlli ambientali e della propria leggerezza nell’adozione degli standard di legge.

Anche le batterie agli ioni di litio, se non gestite adeguatamente, possono provocare seri danni ambientali oltre che rischi per la sicurezza di chi le gestisce: a quanto riporta l’Institute of Energy Research  la loro alta infiammabilità genera frequenti incendi sia negli impianti di riciclo che nelle reverse logistic della rottamazione delle automobili. Nel 2019 l’autorità statunitense per la sicurezza dei consumatori ha aperto un procedimento su oltre 77.000 incendi avvenuti in auto elettriche Chevy Bolt usate, originati da sotto il sedile posteriore, dove si trova la batteria agli ioni di litio.

Ma delle batterie il mondo non può assolutamente fare a meno! Al contrario, la loro funzione di accumulazione energetica avrà nei prossimi anni un peso sempre più importante in ogni nostra attività, perché sono la principale alternativa all’utilizzo di combustibili fossili. L’ingegnere chimico Robert Rapier, noto al pubblico statunitense per i suoi libri e i suoi contributi su Wall Street Journal e The Economist, ha scritto per la rivista Forbes una rassegna dei pro e contro ambientali di batterie al piombo e batterie agli ioni di litio, sottolineando che il litio non ha i livelli di tossicità del piombo, ma che le batterie al piombo raggiungono oggi un tasso di riciclo del 99% a fronte del 5% di riciclo di quelle al litio. Lopes e Stamenkovic, in un loro articolo pubblicato nel 2020 da Science, evidenziano che le batterie al piombo, oltre ad essere totalmente riciclabili, sono composte da materiali abbondanti e con basso costo, ed utilizzano un elettrolito non infiammabile. Secondo gli autori, a fronte di adeguati investimenti di ricerca e sviluppo, le batterie al piombo potrebbero diventare strategiche per l’accumulazione di energia da distribuire nelle reti elettriche.

È evidente che in questa, come in molte altre filiere del rifiuto, sono determinanti il quadro normativo vigente e l’efficacia dei controlli messi in atto. “In Europa, e di conseguenza anche in Italia, la Direttiva Europea 2006/66/CE, che ha posto le basi degli attuali regimi di responsabilità estesa del produttore”, ci ha detto Giuliano Maddalena, Presidente del Centro di Coordinamento Nazionale Pile e Accumulatori (CDCNPA) . “Chi produce le batterie” ha chiarito Maddalena “è responsabile del loro recupero, e la legge gli conferisce gli strumenti per coordinare le filiere e monitorare il loro livello di sicurezza e legalità. Grazie all’istituzione dei sistemi collettivi, i produttori possono adempiere ai loro obblighi ambientali applicando un’adeguata economia di scala. Se ogni produttore dovesse farsi carico singolarmente del coordinamento e monitoraggio delle filiere del recupero, l’incidenza di questo costo sul bilancio aziendale sarebbe davvero esagerata”.

 

Le nuove regole

Lo scorso 10 luglio il Consiglio Europeo ha adottato un nuovo regolamento per aggiornare la normativa relativa alla sostenibilità delle batterie e i rifiuti di batterie. Il regolamento disciplinerà l’intero ciclo di vita delle batterie, dalla produzione al riutilizzo e al riciclo, per garantire la sicurezza, la sostenibilità e la competitività dell’intero comparto. Il Parlamento aveva approvato il testo del regolamento lo scorso 14 giugno con ampissima maggioranza. Le nuove norme europee saranno applicate a tutte le batterie, compresi tutti i rifiuti di batterie portatili, di batterie per veicoli elettrici, di batterie industriali, di batterie per l’avviamento, l’illuminazione e l’accensione (SLI), utilizzate principalmente per veicoli e macchinari, e le batterie per mezzi di trasporto leggeri come biciclette elettriche, ciclomotori elettrici, monopattini elettrici. Ciò significa che la normativa nazionale dovrà essere aggiornata laddove ci siano elementi di incompatibilità con le nuove previsioni.

Fra le novità, il regolamento prevede:

  • che entro il 2027 le batterie portatili incorporate negli apparecchi siano rimovibili e sostituibili dall’utilizzatore finale (lasciando quindi ai produttori tempo sufficiente per adattare a tale requisito la progettazione dei loro prodotti);
  • la definizione di nuovi e più ambiziosi obiettivi di raccolta e riciclaggio;
  • livelli minimi obbligatori di contenuto riciclatoper le batterie industriali, le batterie per autoveicoli e le batterie per veicoli elettrici;
  • l’obbligo della dichiarazione ed etichetta dell’impronta di carbonio;
  • l’obbligo del passaporto digitale per le batterie LMT, le batterie industriali con capacità superiore a 2 kWh e le batterie EV.

Come Istituzione delegata al coordinamento della raccolta di pile e accumulatori, accogliamo con soddisfazione la notizia” ha dichiarato il Presidente del CDCNPA Giuliano Maddalena” e ribadiamo la nostra piena disponibilità a dare supporto al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica per l’imminente revisione normativa che anche l’Italia dovrà apportare. Il CDCNPA può fornire spunti, analisi e ipotesi operative, mantenendo i principi di equità, omogeneità e di ottimizzazione dei costi, anche per garantire i consumatori”.

Le regole sono sufficienti?

 “Avere una buona base normativa è fondamentale, ma a fare veramente la differenza è sempre l’atteggiamento dei produttori e dei gestori”, ha spiegato Leonardo Colapinto, Responsabile del settore operatività ed innovazione del gruppo SAFE, società consortile che include il consorzio di produttori di batterie Ecopower. “L’esistenza di un quadro concorrenziale tra i consorzi dei produttori, permette ai consorzi più convincenti dal punto di vista della sicurezza ambientale di attrarre i soci-produttori più sensibili. Più è alta la loro sensibilità, più i consorzi sono indotti a competere sul terreno della sicurezza per attrarli nelle loro compagini. In questo ambito Ecopower, che già da anni applica stringenti protocolli di legalità, ha un evidente ruolo guida sul mercato. Portare avanti questa politica non è stato semplice perché, come è ovvio, sul piano meramente economico gli operatori di filiera che lavorano in modo scorretto sono più competitivi: ossia costano di meno. Ma sul lungo termine abbiamo ricevuto grandi soddisfazioni”.