
Il carrello elevatore, noto anche come muletto, è diventato un elemento fondamentale nella gestione e nella movimentazione dei materiali. La sua storia inizia nel lontano 1917, quando il meccanico statunitense Eugene Clark ebbe l’idea di creare una macchina che potesse trasferire materiali da un punto all’altro in spazi ristretti. Così nacque il primo modello di carrello elevatore frontale, inizialmente dotato di tre ruote e basato su un sistema di leve. Passando per il periodo di crescita durante le due guerre mondiali, fino alle continue innovazioni degli ultimi decenni, il carrello elevatore ha rivoluzionato l’industria e ha contribuito a rendere più efficienti le operazioni di spostamento delle merci in tutto il mondo.
I primi tentativi di migliorare la movimentazione dei materiali
I primi tentativi di sviluppare soluzioni per migliorare la movimentazione dei materiali iniziarono verso la fine dell’800. Fu solo alla fine degli anni ’80 del XIX secolo che comparve nelle fabbriche statunitensi una versione “bassa” del carrello elevatore, simile a un transpallet. Nel 1887 fu inventato un rudimentale carrello elevatore a mano, in grado di sollevare piccoli carichi di pochi centimetri da terra. Nel 1909 fu introdotto un modello più robusto, interamente realizzato in acciaio. Solo successivamente, negli anni ’10 del secolo scorso, furono aggiunte le forche di sollevamento.
Nasce il moderno concetto di muletto
Dopo la conclusione della Prima Guerra Mondiale, gli antenati dei moderni carrelli elevatori cominciarono ad essere prodotti negli Stati Uniti e nel Regno Unito. Nel 1917 il concetto moderno di muletto prese vita e Clark, il nome dell’inventore che fondò l’omonima azienda, divenne sinonimo del nuovo veicolo per la movimentazione dei materiali. Già nel 1922 la Clark installò un sistema idraulico di sollevamento sul primo carrello elevatore, consentendo di spostare merci su blocchi. Nel 1926, il primo carrello elevatore simile a quello che conosciamo oggi comparve sul mercato, anche se ancora privo di gabbia di protezione e con una minore stabilità. Il primo modello di Clark era alimentato da un motore a benzina a 4 cilindri LeRoi, e vennero prodotti due modelli: uno con una capacità di carico di 1800 kg e un altro più pesante, capace di gestire un carico massimo di 4500 kg. Quest’ultimo modello venne prodotto per i successivi 20 anni.
Il carrello elevatore durante la seconda guerra mondiale
Il vero successo del carrello elevatore è da attribuire alla Seconda Guerra Mondiale, periodo in cui le tecnologie migliorarono e la logistica richiese una maggiore ottimizzazione. Inoltre, si diffuse l’uso dei pallet come sistema di carico, che si adattava perfettamente alle forche dei muletti. Durante questo periodo, furono sviluppati i primi prototipi di carrelli controbilanciati.
L’ascesa del termine “muletto”
Negli anni ’50 il termine colloquiale “muletto” si diffuse per indicare il carrello elevatore, al fine di trovare un nome più immediato per uno strumento sempre più utilizzato. In Germania, nel 1949, i carrelli elevatori venivano chiamati “muli”. A quel tempo, non era insolito associare agli strumenti di lavoro il nome di animali che precedentemente svolgevano funzioni simili. I muli erano ampiamente utilizzati in ambito militare per la loro sobrietà, forza e robustezza, nonché per la loro resistenza e adattabilità in ambienti difficili. Negli anni ’50, il carrello elevatore fece la sua comparsa anche in Italia, precisamente nel Porto di Genova.
L’importanza della sicurezza e nuove tecnologie
In quel periodo, iniziò ad emergere la consapevolezza dell’importanza della sicurezza. Furono installate le prime cabine e, nel decennio successivo, i carrelli elevatori assunsero una forma più familiare a quella che conosciamo oggi. Il cambio manuale fu sostituito dalla trasmissione automatica e, più recentemente, furono introdotte innovazioni come il servosterzo e l’applicazione dell’elettronica per controllare le principali operazioni. Nel 1988 fu sviluppato il primo carrello elevatore multidirezionale, seguito da altre innovazioni come la trazione anteriore e i motori elettrici. La varietà di modelli aumentò per soddisfare le diverse esigenze di movimentazione, come gli stacker, i carrelli elevatori retrattili o a forche multiple.