Le tendenze più diffuse in fatto di welfare aziendale e alcuni esempi di aziende a noi molto vicine

In questo periodo storico, nel quale le aziende hanno grosse difficoltà a trovare collaboratori e trattenere i dipendenti, introdurre delle pratiche legate al welfare aziendale può essere un valido aiuto.

Per chi cerca lavoro infatti, hanno preso rilevanza nuovi criteri di valutazione, aspetti che rendano l’esperienza di lavoro più gratificante, oltre alla mansione e al compenso.

Ecco perché sempre più aziende stanno introducendo delle pratiche volte a migliorare appunto l’esperienza di lavoro. Beni materiali ma anche servizi e attività che coinvolgano il lavoratore e i suoi familiari… accorgimenti che, oltre a far stare meglio il lavoratore, lo rendono anche più produttivo, migliorando il clima aziendale e il coinvolgimento.

In fondo a questa pagina trovate alcuni esempi di aziende, a noi molto vicine, che ci hanno raccontato quali iniziative hanno messo in campo per i loro preziosi dipendenti.
Intanto però vediamo di capire nel dettaglio, in che cosa consistono queste iniziative di welfare aziendale e alcune delle principali tipologie.

Fringe benefit

La tendenza più diffusa tra le aziende è sicuramente quella dei fringe benefit.
I fringe benefit sono benefici accessori o benefici in natura: buoni pasto, buoni carburante, buoni regalo, servizi di mensa, macchina e telefono aziendale. Sono i più diffusi perché sono anche i più immediati: tangibili, facilmente accessibili e usabili.

Formazione

Un altro aspetto apprezzato da molti lavoratori, o aspiranti in cerca di occupazione, è avere un lavoro che consenta loro di crescere, approfondire le proprie conoscenze, abilità, competenze e skill. In una parola: avere accesso a percorsi di formazione.
Spesso sono gli stessi CCNL a prevedere corsi di formazione, e sono i datori di lavoro a dover predisporre le modalità di accesso ai dipendenti e piani formativi dedicati.
L’azienda può erogare voucher che consentano ai dipendenti di seguire dei corsi, oppure organizzarli internamente.
Alcune realtà non propongono solo corsi sulle competenze strettamente legate al lavoro, ma anche percorsi per il miglioramento di soft skill come: le capacità comunicative o di leadership, lo sviluppo della creatività, dell’empatia, dell’etica sul lavoro, le capacità di problem solving o di lavoro in team…
Le aziende che attuano queste misure possono godere di una crescita continua, grazie al miglioramento della vita lavorativa e delle performance delle persone.

Salute fisica e mentale

Promuovere la salute fisica e mentale è un altro trend importante per le aziende che vogliono prendersi cura del loro asset più importante: le persone. La pandemia ha accelerato questa tendenza, diverse aziende si appoggiano, o hanno proprio inserito al loro interno, figure come lo psicologo oppure facilitano l’accesso ai dipendenti a questo tipo di servizio.

Attenzione anche alla salute fisica con attività che promuovono uno stile di vita sano, campagne di prevenzione, programmi di assistenza sanitaria integrativa.

Volontariato d’azienda e responsabilità sociale d’impresa

Un’altra attività che sta prendendo piede è quella del volontariato d’azienda. Si tratta di un concetto più ampio del welfare, che ha a che fare anche con l’impegno che molte aziende stanno abbracciando: essere realtà sostenibili da tutti i punti di vista (economico, sociale, ambientale), che incarnano i valori dell’etica d’impresa.

Un’azienda con questa filosofia è sicuramente un luogo di lavoro attrattivo, dove un collaboratore può facilmente sentirsi parte di qualcosa di importante e condivisibile.

Ecco quindi che nascono iniziative come il volontariato no profit durante le ore lavorative. Il volontariato rappresenta un’occasione per apprendere nuove conoscenze pratiche ma anche migliorare le relazioni, conoscendo i colleghi in contesti diversi, è anche un forma di team building decisamente più sostenibile di molte altre.

Le iniziative di responsabilità sociale d’impresa invece, possono vedere l’azienda organizzare iniziative a favore dei dipendenti o del tessuto sociale nel quale è inserita. Un esempio storico arriva da Olivetti, un precursore in molti ambiti, tra cui quello della responsabilità d’impresa. Olivetti aveva ad esempio creato una biblioteca messa a disposizione dei suoi collaboratori e delle loro famiglie.

Questo filone di attività contribuisce anche a delineare in modo positivo l’impatto sociale dell’azienda e la sua reputazione.

Nelle pagine di TCE Magazine abbiamo raccontato diverse storie di aziende che hanno dato vita ad iniziative volte a prendersi cura dei dipendenti.

Ecco alcuni esempi:

  • TVH investe in politiche sulla salute e nel futuro dei propri dipendenti
  • Flash Battery guarda allo sviluppo delle singole persone con la stessa attenzione con cui guarda alla sviluppo del business
  • COMAC punta su etica e inclusione e certifica il benessere in azienda
  • Mollo Noleggio stanzia fondi e eroga bonus
  • Kiloutou Italia ha optato per una sorpresa di Natale speciale per i suoi dipendenti