
Il grande mantra degli ultimi anni per le aziende non è cambiato: mancano le competenze.
É una delle frasi più ricorrenti quando si parla di lavoro e formazione nel nostro Paese.
A lanciare l’allarme questa volta è uno studio della Commissione europea sui paesi del Vecchio Continente: il 77% delle aziende ha difficoltà ad assumere candidati con adeguate competenze.
In un contesto in cui il cambiamento è la parola d’ordine, la mancanza di competenze non riguarda solamente l’ingresso nel mondo del lavoro ma anche ogni aspetto della vita professionale. Aggiornarsi, non rimanere indietro, informarsi e formarsi è fondamentale per non perdere quota.
Il 2023 è l’Anno Europeo delle Competenze
La CE ha dichiarato il 2023 l’Anno Europeo delle Competenze. L’obiettivo è chiaramente incoraggiare alla formazione professionale e all’aggiornamento continuo all’interno delle aziende. Una pratica che sembra non sia così comune visto che secondo l’Eurostat solo il 37% degli adulti segue con costanza corsi di formazione.
La meta per la Commissione è quella di stabilire che gli adulti ogni anno partecipino a percorsi di formazione, almeno il 60% di essi.
Ma su quali tematiche dovrebbe concentrarsi un adulto che abbia scelto di continuare a formarsi? Dalla trasformazione digitale a quella ambientale, dall’analisi dei dati ai linguaggi di programmazione fino allo sviluppo di software.
La ragione è semplice: si tratta di macroaree su cui si concentrerà la maggiore richiesta di figure professionali nei prossimi anni.
Indispensabili saranno anche le competenze trasversali, come l’intelligenza emotiva, capace di creare un ambiente di lavoro più positivo e produttivo.
La formazione fra i giovani
Millennial e Generazione Z sono coloro che percepiscono maggiormente la necessità della formazione. Analizzando l’ultimo rapporto Eurostat sul tema, la quota di europei occupati che continuano a formarsi è pari al 20% tra giovani di età fra i 20 ed i 24 anni; diminuisce con l’avanzare dell’età scendendo al 14,9% per la fascia tra 25 e 29 anni e al 10,8% tra 30 e 34 anni.
Tra i paesi più attivi nella qualificazione dei propri lavoratori, spiccano:
- Svezia
- Finlandia
- Olanda
mentre l’Italia è al 15esimo posto con il 9,9% di popolazione tra i 25 ed i 64 anni.
Ma quali sono le competenze più richieste oggi dal mondo del lavoro per l’anno in corso ed il prossimo futuro?
Competenze più richieste dal mondo del lavoro europeo
Tra le competenze più richieste, spiccano Leadership, Management e Comunicazione. Le prime due sfere riguardano le capacità di ispirare i team di lavoro, mentre la terza fa riferimento alle nuove modalità di lavoro asincrono e da remoto.
Nella scala di competenze più richieste, grande importanza è sempre attribuita ai dati e alla loro analisi, anche perché un’efficace analisi può aiutare le aziende a ottimizzare prestazioni e ridurre i costi.
Creazione di contenuti e inglese sono poi non meno importanti. La creazione prevede la capacità di una narrazione coerente con i valori aziendali e che richiede skills legate all’originalità; per l’inglese, invece, secondo una ricerca di Truenumbers solo il 19,7% degli italiani parla fluentemente l’inglese. E si tratta di una competenza che consente non solo di crescere professionalmente ma anche di internazionalizzare le aziende.
Fondamentali anche le competenze in ambito di Transizione digitale e transizione green e la predisposizione all’apprendimento permanente.